domenica 25 gennaio 2009

Come le banche d'affari manipolano il mercato

Lo scorso 21 gennaio la banca d’affari statunitense Citigroup ha pubblicato un report impietoso sull’Isp sardo Tiscali suggerendo di vendere il titolo e portando il target price (“prezzo obiettivo”) da 1,25 euro a 0,15 euro! Il titolo, notoriamente volatile, è stato colpito duramente da sonore vendite che, dall’uscita del report, ha perso oltre il 55% del suo valore in tre sedute: da area 0,54 si è spinto fino a raggiungere un bottom a 0,343 dal quale poi ha reagito chiudendo la seduta addirittura con un rialzo superiore al 10%.


La domanda che mi pongo ora è la seguente: ”Come è possibile tagliare il target price di un titolo di oltre il 730% rispetto all’ultimo report?”. Tiscali aveva soltanto confermato il piano di riorganizzazione delle proprie attività e sulla base di ciò la banca americana ha bocciato il titolo in modo clamorosamente deciso. C’è da dire che Citigroup aveva rilasciato un precedente report nell’agosto 2008 con target price sul titolo a 1,25 euro in una condizione di mercato assai difficile che portò piano piano alla discesa catastrofica delle quotazioni di tutti i titoli azionari. Ora, con un mercato azionario che sembra poter ripartire da un momento all’altro e con la forte possibilità che sia stato raggiunto un bottom almeno di medio periodo, la banca d’affari USA ha rilasciato un report apocalittico sull’Isp sardo proprio nel momento peggiore delle Borse negli ultimi giorni.

La mia sensazione è quella di una manovra pilotata alla quale non si riesce a dare una spiegazione logica soprattutto nella drasticità del giudizio. Come è possibile giudicare un titolo in questo modo? Rimangono forti i dubbi, tanto è vero che anche la società delle telecomunicazioni sarda si è mossa per andare più a fondo nella vicenda e capire le reali motivazioni del report che rimane – lo ripeto – incomprensibile e stranamente pubblicato con un timing al dir poco perfetto per accaparrarsi (forse) i titoli a prezzi stracciati a seguito delle vendite degli investitori, che magari sono stati spaventati dal report della più grande banca d’affari del mondo.

Ancora una volta abbiamo la dimostrazione di come i cosiddetti “market mover” sono capaci di manovrare le quotazioni a loro piacimento e di decretare la sorte – nel bene e nel male – dei titoli quotati in Borsa. Non so se si può dire ma lo faccio comunque dicendo magari che si tratta soltanto di una bella favoletta… Ricordo benissimo quando una volta parlai con un analista finanziario di Lugano che mi spiegò come venivano manipolate le quotazioni attraverso le comunicazioni ai clienti facoltosi (soprattutto i family office) ai quali venivano dati consigli d’acquisto che poi venivano usati a favore della società… Insomma, un mondo di squali dove per nuotarci insieme è necessario operare attraverso sistemi di trading basati sull’analisi grafica e non sulle raccomandazioni fasulle di queste banche di investimento.

A buon rendere…

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

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