martedì 31 marzo 2009

Bloccato dall'influenza, ma pronto a riprendere al più presto...

Ciao a tutti. Qualcuno si sarà chiesto come mai ieri non ho pubblicato il consueto articolo sul blog. Il motivo è che sono alle prese da un paio di giorni con la febbre alta che non mi permette di stare vicino al pc né di seguire i mercati finanziari. Come è mio solito fare, mi piace scrivere articoli "freschi" di giornata su fatti concreti. Quindi, di tenermi articoli già scritti come "accantonamento per imprevisti" non se ne parla. E' il mio modo di fare. Spero di riprendere al più presto, chissà magari già da domani... Ma per ora penso di aver ancora bisogno di riposare. Grazie a tutti per la vostra attenzione. A presto!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

sabato 28 marzo 2009

Botta e Risposta per la newsletter dell'ITF del 31 marzo

Buongiorno a tutti. Oggi voglio anticipare sulle pagine di questo blog la mia risposta a un quesito posto da Diego Pastorino, impeccabile curatore della rubrica "Botta e Risposta" per la newsletter dell'ITF. La domanda è la seguente:

"Cosa pensate del problema dei maxi-compensi ai manager che magari hanno portato al fallimento la loro azienda o quasi? E' giusto un intervento limitativo da parte dei governi o viola il libero mercato? Se il principio è che l'intervento è giustificato solo verso chi ha avuto soldi pubblici (presi dalle tasche dei contribuenti), allora dovrebbe applicarsi non solo alle banche ma, ad esempio, anche a chi ha avuto aiuti di varia natura, cassa integrazione o incentivi rottamazione e simili... Più in generale, compensi di milioni di euro o di dollari, cosa remunerano di fatto? La genialità del manager? La sua funzione di garanzia verso il gruppo di controllo? La sua capacità di lobbying?"
Di seguito la mia risposta:
...
Quando si vedono attribuire maxi-compensi ai manager che hanno svolto un lavoro pressocchè mediocre - magari addirittura diventando protagonisti in negativo di una discesa verso gli inferi della società che presiedevano - riaffiorano i vecchi dubbi su alcune caratteristiche del capitalismo moderno, soprattutto in periodi di grandi turbolenze dove la ricetta anti-crisi non proviene mai dalla grande Corporate bensì dagli aiuti di “Mamma-Stato”.

A tal proposito, l’attribuzione di bonus ai manager di quelle società che hanno ricevuto denaro pubblico per rimanere a galla nel bel mezzo della crisi finanziaria è assolutamente fuori da ogni logica sia etica che strutturale. E’ inconcepibile assistere al versamento di denaro pagato dai contribuenti nelle tasche dei manager improduttivi. Si pensa alla situazione di AIG dove, solo dopo il duro intervento di Obama, è stata restituita metà del super-bonus spettante al Ceo di AIG stessa. Senza dimenticare che queste società possono utilizzare l’escamotage dell’aumento dello stipendio fisso dei massimi dirigenti. Una mossa davvero avida e poco elegante…

Insomma, qui si pone soprattutto un problema legato alla governance di queste aziende. Ma che rimane di difficile soluzione anche per lo Stato che fornisce gli aiuti attraverso il denaro versato dai cittadini. E’ un paradosso della società capitalistica contemporanea. Ma c’è. I manager delle grandi Corporate continuano a dimostrare di essere infallibili nella ricerca di soluzioni vantaggiose per se stessi ma come sempre rimangono scadenti quando c’è da lavorare per il bene dell’azienda e della comunità. Con la buona pace di quei pochi “intimi” all’interno di aziende sane e trasparenti (in Italia, soprattutto tra le small e mid caps, dobbiamo essere orgogliosi di alcune realtà di valore…) che brancolano nel buio ma che dimostrano di distinguersi per valori etici e morali. E’ un po’ la speranza per il futuro.

Servirebbe che tutti seguissero questa strada. E’ difficile sperare che vengano rispettate le leggi, anche quelle più restrittive imposte dallo Stato che farebbero poi gridare a scandalose limitazioni al libero mercato. E’ la storia dell’etica contro l’avidità. Una storia senza fine ma che, statene certi, si ripeterà ancora…

A cura di Nicola D’Antuono - info@miniday-trading.it

venerdì 27 marzo 2009

Un market mover condanna la sterlina

Abbiamo spesso parlato dell'importanza dei market mover sul mercato dei cambi (Forex) e di come siano in grado di creare un flusso di volumi tale da poter spingere in modo deciso un cross in una certa direzione. Stamane, poprio a seguito dell'uscita di un dato macroeconomico (il Pil relativo al IV° trimestre in Gran Bretagna), la sterlina ha subito un forte attacco dei venditori. Il cross che maggiormente ha evidenziato questa tendenza è stato GBP-USD.
Bisogna dire che il pound era già di per sè debole contro tutti per cui, rispettando uno dei principi fondamentali del trading (lavorare solo in trend following per avere maggiori probabilità di successo), bisognava cercare un breakout di un livello di prezzo significativo (ND Point) che potesse aumentare il carburante per una nuova discesa della valuta britannica.
Perché proprio il dollaro statunitense (Usd)? Per due motivi:
1- il cambio GBP-USD era quello che mostrava un ND Point ben visibile prima dell'uscita del dato;
2- il dollaro statunitense era forte contro tutte le valute.
Insomma, prendiamo il cross che consideri la valuta più debole e quella più forte sull'uscita di un market mover. Vediamo come è andata...

Alla prossima!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

giovedì 26 marzo 2009

Il rialzo delle Borse mi fa riscoprire un pattern decisamente esplosivo...

Buongiorno a tutti. Oggi voglio parlarvi di una tecnica che non ho spiegato nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ma che ogni tanto può ritornare molto utile. Si tratta del cosiddetto Slingshots, un pattern identificato per la prima volta da Jeff Cooper e spiegato molto bene nel suo meraviglioso libro Trading Hit and Run. Lo Slingshots, che vuol dire "tiro di fionda", è un pattern che può essere utilizzato sia in mercati rialzisti che ribassisi. Tuttavia, ho notato che funziona meglio con i titoli fortemente in trend rialzista piuttosto che ribassista.
Come funziona questo pattern? Innanzitutto, nella versione rialzista (quella al ribasso è speculare), bisogna identificare un nuovo massimo a 2 mesi (io in realtà ci aggiungo sempre l'ADX per verificare la forza del trend) nella prima giornata. La seduta successiva, i prezzi devono scendere sotto il minimo del primo giorno. Il terzo giorno (o già al secondo, in questo caso si formerebbe un outside) i prezzi devono superare il massimo del primo giorno. Tutto qua.

Oggi si è verificato un case study proprio con il pattern Slingshots. Vediamo il grafico daily di Eems (simbolo: EEMS), un titolo in fortissimo trend rialzista.

Oggi i prezzi hanno superato il precedente massimo a 2 mesi posto a 1,20€, ma l'ingresso poteva essere benissimo anticipato già sopra il massimo della candela di ieri (1,137€). Insomma, c'erano tanti modi per guadagnare... Io qui ho dormito, magari ero ancora stordito dalla sbornia dovuta al felicissimo trade di ieri su Seat. Ma quella è un'altra storia...

Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@minday-trading.it

mercoledì 25 marzo 2009

Lo sviluppo del baratto (parte III)

Insieme al baratto nascevano però i primi problemi tecnici nello scambio dei beni. Infatti, se un allevatore voleva mangiare della verdura avrebbe dovuto scambiare ad esempio un vitello che però per motivi intrinseci vale sicuramente di più di un paio di patate! Il primo problema da risolvere era quindi un sistema di rapporti di scambio. Valutare cioè ogni singolo prodotto rispetto ad un altro: ad esempio un coniglio equivaleva a 30 kg di verdura, una casa a 5 pecore e così via.

Ma ciò non bastava; infatti se il nostro allevatore voleva comprare della verdura era costretto a scambiare il suo animale con molta verdura (nel caso migliore un coniglio con 30 kg di verdura, ma poteva avere a disposizione solo animali più costosi come pecore o cavalli) e quest’ultima se non consumata rapidamente finiva con il marcire. D’altronde non avrebbe avuto senso dividere l’animale in piccole parti in quanto esse si sarebbero deperite ancor più velocemente della stessa verdura. Avrebbe senz’altro potuto scambiare la verdura in eccedenza con altri beni, tipo legname o altro, ma non è detto che in tempi brevi riesca a trovare un’altra persona a cui occorreva la sua verdura in eccedenza.
Il secondo problema fu quindi quello di trovare un mezzo di scambio comunemente accettato e che non deperisse rapidamente. Inoltre, tale mezzo doveva essere anche facilmente frazionabile per poter effettuare scambi con oggetti di valore relativamente basso e che potesse essere utile anche per oggetti molto costosi. Infine doveva essere anche facilmente stoccabile. Il mezzo che, secondo gli archeologi, si è meglio adattato a questo scopo fu il grano. Esso non deperisce velocemente, è facilmente frazionabile (1 kg di grano può essere diviso in numerose parti fino al singolo chicco) e, pertanto, adatto a poter “comprare” anche pochissima roba. Era sicuramente un bene comunemente accettato visto che era usato dalla gran parte delle comunità e delle sue capacità nutrizionali che lo rendono (ancora oggi) uno dei migliori alimenti a disposizione dell’uomo.

Infine, era stoccabile in silos senza la preoccupazione che esso potesse morire per via di un attacco di bestie feroci oppure che scappasse con le proprie zampe e non necessitava di spese eccessive per il suo mantenimento. Infine possiamo ipotizzare che un altro grosso vantaggio era la difficoltà per i ladri di rubarlo giacché è difficile sottrarne grossi quantitativi senza essere notati.Ma questo non bastò agli scambi in quanto l’acquisto di un cavallo o di una casa avrebbe richiesto svariate tonnellate di grano per essere portato a termine e non era detto che un contadino o chiunque altro avesse tale disponibilità di grano conservato da parte. Occorrevano quindi anche dei beni con le stesse caratteristiche (od almeno quanto più vicine a quelle del grano) per poter barattare oggetti più costosi.

Un altro degli elementi utilizzati fu la pecora. Essa non deperisce velocemente (se è viva), non necessita di spese per il suo mantenimento (mangia sì ma produce lana e latte in grado di compensare tranquillamente le spese atte a mantenerla in vita), fu comunemente accettata come bene di scambio e, per spese ingenti, ha una certa frazionabilità ("ti dò due pecore e un coniglio"). Tuttavia anche questo mezzo ha dei problemi visto che una pecora può morire o essere più facilmente sottratta.
Grano e pecore furono utilizzate dalla gran parte delle comunità preistoriche (e non solo) per le loro doti: infatti, da essi derivano alcuni termini che tutt’ora sono sinonimo di denaro. Da grano deriva la parola “grana” nel senso di soldi (ad esempio la frase “tira fuori la grana”). Da pecora deriva il termine latino “pecus” da cui a sua volta il termine “pecunia” (celebre la risposta dell’imperatore Vespasiano a suo figlio Tito che gli obiettava l’eleganza di un pagamento su l’uso dei servizi igienici pubblici: “pecunia non olet”, in pratica i soldi non puzzano…).

Grazie a queste convenzioni si potevano quindi pagare gli uomini dell’esercito ed eventualmente il capo del villaggio (divenuti in futuro i re) grazie ad uno stipendio effettuato con mezzi di scambio comunemente accettati e pagati in percentuale da tutti gli abitanti.

A Cura di Patrizio Messina

Autore di "Autoconsulenza Finanziaria"

martedì 24 marzo 2009

Giusto per non perdere l'abitudine...

Anche oggi, dopo la pubblicazione di un dato macroeconomico, era possibile sfruttare l'accelerazione di un tasso di cambio sfruttando il momentum creatosi sull'uscita del dato stesso. Ne ho già parlato in diversi post precedenti e ho mostrato molti esempi pratici. Lo faccio anche oggi. Giusto per non perdere l'abitudine. Bisogna allenare la mente a rivedere in continuazione i pattern, cioè configurazioni grafiche ricorrenti per l'appunto.
Oggi c'era la pubblicazione del dato sull'inflazione a febbraio in Gran Bretagna. Dunque, la prima cosa da fare è verificare i vari tassi di cambio relativi alla sterlina. I principali sono EUR-GBP, GBP-USD e GBP-JPY. Poi bisogna verificare quale cross presenta il trend più forte e quello più vicino a un breakout di un livello significativo (ND Point). Stamane, appena prima dell'uscita del dato, il cross che rispondeva a queste caratteristiche era GBP-USD. Vediamo come è andata...


Grafico a 5 minuti. Breakout di 1,4734. Esplosione del prezzo e della volatilità. In circa 5 minuti, il cross si muove al rialzo di oltre 40 pip dopo il break. Visto che potenzialità ha questa tecnica? Rileggi anche i post precedenti pubblicati su questo blog in cui ti spiegavo questo modus operandi per guadagnare sul Forex e falla tua! Buono studio...

Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

lunedì 23 marzo 2009

E' meglio diversificare o specializzarsi?

Salve cari lettori e bentrovati. Penso sia capitato a tutti ascoltare il proprio promotore finanziario o un addetto di banca preposto alla vendita di prodotti finanziari parlare dell'importanza della diversificazione in un portafoglio di investimenti. Ma siamo proprio sicuri che ci si muove nella direzione giusta? Io ho milioni di dubbi...


Partiamo dal presupposto che investire sia semplicemente un piano personalizzato che può includere diversi "veicoli di investimento" (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, ecc.) a seconda delle esigenze dell'utente finale e in base al suo profilo di rischio. Se intendiamo diversificare un portafoglio come una torta da dividere in varie fettine, è molto probabile che sbagliando le quantità di allocazione andremo incontro a forti perdite in conto capitale. Ad esempio, quante volte ascoltiamo dai promotori finanziari e altri fantomatici esperti che spesso troviamo anche in tv consigliare una diversificazione del portafoglio con un 30% azionario, 30% obbligazionario corporate, 20% titoli di Stato, 20% liquidità o altre tipologie di diversificazione.
Ma che cosa vuol dire? Se ho un certo obiettivo raggiungibile, ad esempio, con un semplice conto deposito ad alta remunerazione perché mai dovrei complicarmi la vita con una diversificazione spesso campata in aria e senza alcuna logica di fondo? Personalmente accetto la diversificazione solo su asset class che conosco molto bene, che sono in grado di lavorare in qualsiasi condizione di mercato e che posso smobilizzare con un semplice click.
Ecco perché in fondo preferisco la specializzazione su pochi mercati da lavorare ogni giorno e in fasce orarie prestabilite, in modo tale da non subire gli effetti della stanchezza provocata da un'eccessiva presenza continua davanti ai monitor. Ad esempio, conosco molto bene il mercato azionario italiano che lavoro quotidianamente o le valute. Pensiamo anche ai grandi della finanza mondiale. Warren Buffet si è specializzato nello studio delle grandi Corporate America, Donald Trump ha fatto fortuna con gli investimenti immobiliari e via via troviamo altre tantissime storie di personaggi di grande successo che si sono specializzati su pochi mercati ma con ritorni sul capitale da capogiro.
Diversificare è per chi ha paura di prendere decisioni nette e specifiche su un certo mercato. Se conosci bene un asset, imparerai giorno dopo giorno a considerarlo come un "amico" ed entrerai in simbiosi con i suoi movimenti sviluppando una grande capacità nel catturarli al meglio.
Alla prossima!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

sabato 21 marzo 2009

Da Alfio Bardolla: Cosa è il Wellness Finanziario?

Nonostante l’idea di wellness sia legata soprattutto alla sfera del benessere psicofisico, io ho voluto associare questo concetto alla capacità di produrre denaro. Se non ti è mai capitato di avere gravi problemi di soldi non puoi capire che il benessere psicofisico si ottiene solo con il supporto di una certa tranquillità finanziaria.

Come quando si va in palestra per la prima volta e il personal trainer compila la scheda con gli esercizi che dovremo seguire per mantenerci in ottima forma, così seguendo quello che ti dirò nel mio ebook I Soldi Fanno La Felicità potrai ottenere risultati straordinari in campo finanziario.

Il Wellness Finanziario è uno stile di vita.

Così come alimentarsi correttamente e fare sport migliorano il fisico, ecco che il Wellness Finanziario si pone l’obiettivo di metterci in forma sotto l’aspetto finanziario. Come in tutti i settori, fare azioni senza aver prima modificato l’approccio psicologico non serve. Bisogna innanzitutto coltivare la corretta mentalità in modo che le nostre azioni diano il massimo rendimento con il minimo sforzo.

Per ottenere i risultati che non hai mai ottenuto dovrai fare azioni che non hai mai fatto.



In Italia è molto difficile trovare un personal trainer ricco, che ti permetta di sollevare non solo pesi fisici, ma, soprattutto, pesi mentali. Quindi vorrei che incominciassi a considerarmi, più che un esperto di finanza, un coach, ovvero qualcuno che ti allenerà a ottenere risultati finanziari.

Non mi sostituirò nelle scelte relative all’impiego delle tue risorse economiche perché non lo considero corretto, ma ti darò alcuni strumenti che ho trovato interessanti ed efficaci per il raggiungimento del mio benessere finanziario.

E per te cosa è il Wellness Finanziario?

A cura di Alfio Bardolla

venerdì 20 marzo 2009

Il pullback sul grafico orario sul Forex

Salve a tutti. Oggi - considerando il fatto che mi sento abbastanza stanco e poco lucido - mi sono preso una seduta di riposo lontano dai mercati finanziari da un punto di vista operativo, ma sono comunque qui a scrivere per voi il consueto articolo formativo. Parliamo di pullback sul Forex. Fino ad ora abbiamo analizzato i ritracciamenti che avvengono su un tasso di cambio in forte tendenza esclusivamente prendendo in considerazione un time frame veloce come il 5 minuti. Oggi, invece, vorrei parlarvi della possibilità di entrare su un pullback di un cross valutario sulla EMA20 (media mobile esponenziale a 20 periodi) sul grafico orario (H1).
Chi ha un orizzonte temporale di più lungo respiro può tranquillamente utilizzare questa strategia che generalmente presenta un bassissimo rischio iniziale. Molto spesso, infatti, i migliori pullback sono quelli che avvengono con una decisa contrazione di volatilità e quindi si presentano sul grafico orario delle candele con range limitato fino al test della Ema20. Da qui, "come per magia", inizia una ripartenza veloce nella direzione del trend principale il cui movimento può essere catturato inserendo uno stop loss sotto il minimo dello swing negativo avvenuto fino al test della Ema20. Vediamo un paio di esempi.


Per quanto riguarda la gestione della posizione, la soluzione migliore è quella di gestire due lotti separati (chi ha un rischio basso può utilizzare un size di 0.1): il primo va venduto magari quando il cross ha effettuato un movimento pari a 1, 1,5 o 2 volte il rischio iniziale; il secondo può essere gestito in trailing stop (con stop loss in pari il prima possibile). Chiaramente, ognuno ha la sua personale strategia di money management, ma quella appena descritta può avere una valenza universale ed è facilmente applicabile per chiunque.
Alla prossima!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

giovedì 19 marzo 2009

Banche Centrali e Price Action sul Forex

Il mercato Forex non smette mai di stupire e regala ormai con una certa continuità colpi di scena degni del miglior film. Ancora le Banche Centrali protagoniste. Ieri è toccato alla Federal Reserve con una decisione senza precedenti. La Fed acquisterà Treasury Bond a lunga scadenza e altri 750 miliardi di dollari in asset MBS (obbligazioni garantite da mutui ipotecari). Il dollaro statunitense ha reagito perdendo terreno contro tutte le valute, soprattutto contro l'Euro che è passato da 1,30 a sopra 1,35.

Ieri, però, avevo messo in watchlist soprattutto il cross AUD-USD (dollaro astraliano contro dollaro americano) per motivi "tecnici" e, quindi, indipendentemente dal fatto che la Fed avrebbe poi dato lo spunto per un movimento direzionale di rilievo. Sul Forex lo studio del prezzo è fondamentale, ma spesso sono i market movers a dare il carburante per importanti movimenti.

Per la cronaca, il tasso di cambio AUD-USD aveva un ND Point rilevante a 0,6640. Vediamo il grafico daily di ieri pomeriggio (ora italiana) prima del breakout e il mio commento.

Quando è avvenuta la rottura, il cross si è spinto fino in area 0,68. Ecco il movimento sia sul time frame orario sia sul 5 minuti.




Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

mercoledì 18 marzo 2009

Finalmente qualcosina long sulle azioni!

Dopo tanto short selling, stamane è finalmente arrivato il momento di un trade long, al rialzo. Quando ho visto l'indice S&P/Mib40 continuare a salire, mantenendo una certa forza come anche gli altri principali indici europei, ho pensato che era arrivato il momento di prendere una posizione long su qualche titolo che - attraverso lo scalping - mi offrisse l'opportunità di lucrare una buona somma in pochi minuti. Il titolo che mi piaceva di più era Amplifon (simbolo: AMP), che anche nei giorni di ribasso si era mantenuto forte e che aveva un massimo a 2 mesi realizzato due giorni fa con ND Point posto a 1,257€.

Anche il book si prestava a un'operatività veloce, in quanto solo pochi livelli significativi erano riempiti da proposte consistenti. Il primo era 1,25€ sul quale ho deciso di anticipare leggermente l'ingresso posto a 1,257-1,26. Così, ho comprato 2500 azioni a 1,25€. Stop loss "catastrofico" a 1,23€, ma come è mia abitudine sarei uscito anche prima nel caso in cui mi sarei accorto che il titolo tendeva a fare resistenze all'ascesa delle quotazioni. Il trade dura meno di un quarto d'ora e, con l'uscita a 1,276€, porto a casa 57 euro netti.

A cura di Nicola D'Antuono
Per info e/o delucidazioni scrivete a: info@miniday-trading.it

martedì 17 marzo 2009

100-esimo post e... ancora su market mover e Forex

Con quello odierno siamo giunti al 100-esimo post pubblicato sulle umili pagine di questo blog. Un piccolo traguardo che sono certo sarà il primo di una lunga serie, dato che con il tempo spero di offrire a tutti voi - cari lettori - un servizio sempre migliore e di elevata qualità per contribuire in modo significativo alla vostra formazione in campo finanziario.
Anche oggi voglio parlarvi di valute e quindi di Forex. Vorrei, infatti, concludere la panoramica relativa all'operatività sul mercato dei cambi sull'uscita di importanti dati macroeconomici, i cosiddetti market mover. Anche stamattina c'era un dato molto atteso. Alle ore 11 era attesa la pubblicazione dell'indice ZEW tedesco, previsto in calo a -6,5 punti. Il dato, invece, è risultato decisamente meglio delle attese a 3,5 contribuendo a una forte ascesa dell'Euro nei primi minuti dopo la pubblicazione del dato.
Se analizziamo il grafico a 5 minuti del cross EUR-JPY (uno dei più volatili tra i cross), si può notare che era possibile inserire un ordine condizionato sull'eventuale break della congestione. Quando è avvenuto il breakout a 128.04, il cross si è spinto fino a 128.46 in circa 15 minuti offrendo ottime opportunità di guadagno.

Il trading non è qualcosa di complesso, bensì un'attività che richiede una certa sistematicità. Essere ripetitivi utilizzando qualcosa che funziona è un buon modo per dedicarsi professionalmente a questa attività. E i risultati non tarderanno ad arrivare... è una promessa!

Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

lunedì 16 marzo 2009

Come operare con i dati macro sul Forex

Poco fa, alle ore 11, sono stati pubblicati i dati dell'indice dei prezzi al consumo nella Zona Euro. Come già spiegai tempo fa con un esempio pratico di un long sul cross GBP-USD a seguito della pubblicazione del dato sulle vendite al dettaglio in Gran Bretagna, oggi si è riproposta una nuova opportunità long sull'Euro. Quello che ho fatto, e che bisognerebbe fare, è individuare un ND Point (o più) su un time frame più largo come il daily o l'orario. Poi, mi trasferisco su un time frame più stretto, il 5 minuti, e inserisco ordini condizionati sul livello oppure entro direttamente a mercato.
Il tasso di cambio sul quale mi sono concentrato è stato EUR-JPY, già in forte tendenza rialzista su tutti i time frame e con ND Point a 127,62. Inoltre, appena prima del dato, il massimo di giornata era stato 127,54 sul quale si poteva eventualmente anticipare l'ingresso. Vediamo il cross prima del dato sul daily e l'orario.



Alle ore 11, osservando la forte ascesa dell'Euro contro Dollaro USA, ho capito che c'erano grosse possibilità che venisse premiato proprio l'Euro e magari anche contro lo Yen. Entro sul breakout di 127,54, stop loss sotto 127,43 (il minimo della candela di breakout sul grafico a 5 minuti) e out a 127,81. Tutto secondo il mio money management plan.


Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

sabato 14 marzo 2009

L'interventismo delle Banche Centrali sul Forex

Giovedì la Banca Centrale svizzera (Swiss National Bank) è intervenuta sul mercato dei cambi (Forex) acquistando valuta estera contro franchi svizzeri. Un intervento del genere ha provocato un clamoroso rialzo del cross EUR-CHF, ma anche USD-CHF e qualche altro hanno messo a segno performance al dir poco eccezionali. Così facendo la Banca Centrale elvetica ha abbassato il target Libor a 3 mesi del franco svizzero (chf) fino allo 0,25% e ridotto la fascia dei tassi tra lo zero e lo 0,75%. L'EUR-CHF ha guadagnato più o meno 6 figure passando da 1,48 a 1,54 circa.


La mossa a sorpresa della Swiss National Bank potrebbe sancire una vera e propria "guerra valutaria" con una ripresa di una politica di svalutazione monetaria dei Paesi le cui economie sono in grandi difficoltà. Quindi, non sono da escludere nuovi interventi delle Banche Centrali con l'obiettivo di svalutare la propria moneta per dare maggiore slancio all'economia.

Questo tema offre lo spunto per lanciare un nuovo sondaggio, che troverai negli appositi spazi sulla destra di questo blog. Alla luce di quanto ha fatto la Banca Svizzera, qualche valuta pensi possa essere interessata in futuro da un intervetismo della Banca Centrale con l'obiettivo di svalutarla per rilanciare la propria economia? Il dollaro americano? Lo Yen giapponese, dato che le esportazioni sono crollate e il Pil del IV trimestre ha segnato un -12,7 su base trimestrale? L'Euro, dopo il crollo della produzione industriale in Germania (-7,5% a gennaio)? Ancora la sterlina? O chi altro? Io intanto voto per lo Yen.....

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

Autore dell'ebook Trading a Capitali Ridotti

venerdì 13 marzo 2009

La nascita del baratto (parte II)

Il grande salto avanti si ebbe quando l’uomo è diventato stanziale. Infatti, man mano che la terra si popolava, il trasferirsi di continuo alla ricerca di risorse non era più sufficiente in quanto qualcuno era già passato prima di loro. Gioco forza l’uomo cambiò strategia per sopravvivere e, nella fattispecie, dovette trovare un modo per avere risorse senza doversi spostare di continuo.

Detto questo, nella fase iniziale delle nuove comunità stabili, si sarà creato sicuramente il bisogno di avere delle difese contro gli attacchi delle bestie feroci e di altri gruppi rivali. Se prima, abitando nelle caverne, bastava controllarne l’ingresso, in un campo stabile e aperto le cose cambiarono radicalmente.

Innanzitutto una comunità che vuole sfruttare le risorse in modo continuo non può pretendere di trovare il terreno fertile e soleggiato con annessa grotta per rifugiarsi ma, molto probabilmente, troverà le condizioni ideali in riva ad un fiume in un zona pianeggiante (e senza grotte). Di conseguenza deve obbligatoriamente trovare altri stratagemmi difensivi. Il più naturale di questi è far crescere in numero la comunità.

Un accampamento di 100 persone è sicuramente più difficile da attaccare rispetto ad un gruppo di poche unità (nel caso di difesa da altri esseri umani) ed è statisticamente improbabile che un predatore si avventuri all’interno di un campo così popolato (tranne che sia tanto affamato da correrne il rischio).

A tal riprova, gli archeologi hanno trovato ai piedi delle Alpi trentine i resti di un villaggio del neolitico che secondo delle stime (in base alla grandezza) doveva contenere circa 400/450 persone. Considerate che è una comunità grande quasi come un odierno paesino di montagna.Il formarsi di comunità così grandi (anche solo di un centinaio di elementi) ha provocato uno sconquasso nella gestione economica.

Mentre prima ci si doveva preoccupare solo di scambi di qualche manufatto o eventualmente di persone, adesso le cose si erano nettamente complicate. Un gruppo così esposto (e grande) necessitava sicuramente di guardie. Inoltre la sopravvivenza della specie passava obbligatoriamente dallo sfruttamento ideale delle risorse naturali.

E’ probabile che le prime comunità stanziali fossero simili alle nomadi dove tutti facevano di tutto ma abitando vicini l’un l’altro. A mano a mano che esse si ingrandivano è logico che non tutti potevano avere una casa con annesso terreno da coltivare e gregge da allevare in quanto le abitazioni si sarebbero diluite in molto spazio facendole diventare tutte vulnerabili. La soluzione è stata quella di abitare tutti in un nucleo centrale ed avere le risorse attorno.

Man mano che diventavano più grandi, occorreva che anche i terreni coltivati e le greggi fossero ad alto rendimento (in modo da non essere troppo dispersivi) e quindi si sono create le specializzazioni lavorative. Chi ha fatto il contadino e chi l’allevatore, etc. Inoltre, se guardiamo cosa accade ai giorni nostri, possiamo vedere che per fattori personali (più che altro per il loro vissuto) alcuni sono più bravi in materie scientifiche, altri in quelle umanistiche, altri ancora nelle lingue oppure in lavori artigianali.

Allo stesso modo in quelle comunità, quando si è necessitato di avere personale specializzato per sfruttare le risorse al meglio, alcuni erano sicuramente più portati per lo sfruttamento del terreno, altri ad allevare animali, altri ancora a costruire.Ritornando a quello che dicevo prima, comunità così organizzate e quindi “ricche” facevano sicuramente gola necessitando di una difesa professionale (di un esercito insomma), di gente che sapesse costruire le armi, di gente che sapesse costruire i moduli abitativi etc.

Queste divisioni e specializzazioni del lavoro avvennero in modo naturale. Basta pensare a cosa accade quando degli amici vanno a giocare a calcio (o calcetto). In modo naturale, senza che nessuno dica niente (o quasi), ognuno si va a mettere nel ruolo che meglio sa portare avanti: io mi mettevo sempre come terzino destro ad esempio, altri tendevano a mettersi in attacco, qualcuno a centro campo ed uno in porta, in automatico senza che nessuno creasse una formazione stile allenatore di squadra professionale.

Non appena è cominciata a formarsi la specializzazione delle professioni si è creato automaticamente il problema del commercio all’interno della comunità. Infatti, un contadino che produce soltanto frutta e verdura non poteva mangiare carne o avere le capacità tecniche per costruirsi gli attrezzi o l’alloggio. Allo stesso modo un allevatore non poteva cibarsi di verdure ed un costruttore non avrebbe potuto nemmeno nutrirsi.

Occorreva quindi un mezzo per potersi scambiare i prodotti ed i servizi. Il sistema diventato poi una delle pietre miliari dell’economia si chiama “Baratto” ed in alcune nazioni è tutt’ora il mezzo più diffuso per commerciare.

A cura di Patrizio Messina
Autore dell'ebook "Autoconsulenza Finanziaria"

giovedì 12 marzo 2009

Strategie avanzate per mini day-trader

Buongiorno a tutti. Pochi minuti fa ho chiuso un'operazione short su Prysmian che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Dopo il rimbalzo degli ultimi due giorni, già da stamattina - a seguito della chiusura negativa di Tokyo - si prevedeva un ritorno di fiamma degli Orsi. In realtà, il mercato, dopo diversi aperture in lap down (apertura inferiore alla chiusura del giorno prima, ndr), ha recuperato terreno tentando una sortita rialzista che però non ha avuto effetto. Infatti, l'indice S&P/Mib40 ha incontrato una forte resistenza in prossimità della chiusura di ieri e da lì ha iniziato a scendere.


Uno dei titoli che avevo in watchlist, appunto Prysmian (simbolo: PRY), stava effettuando praticamente lo stesso movimento dell'indice di riferimento. Non è stato difficile così intervenire short a 7,24€ con 500 azioni non appena ho capito che esisteva una grossa possibilità che gli indici iniziassero una repentina discesa. Stop loss (mentale) posto a 7,28€. Rischio basso, rendimento atteso decisamente interessante.

Gli indici hanno cominciato a scendere decisi e, chiaramente, anche Prysmian si è accodato... Ho chiuso la posizione a una media di 7,117€ portando a casa 53,50 euro netti in 5 minuti circa. Il tutto seguendo alcuni principi basilari alla base del day-trading.

Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

mercoledì 11 marzo 2009

Come sfruttare il panico da vendite in Borsa

Il crollo delle Borse sta offrendo ottime opportunità di guadagno soprattutto ai day-trader, cioè investitori che hanno un’ottica temporale dei loro investimenti di brevissimo periodo. Anche con un capitale molto modesto è possibile inserirsi in questo contesto di elevata volatilità per effettuare veloci “mordi e fuggi” (dalla durata di pochi minuti) sui titoli che presentano quotidianamente i sintomi della “debolezza cronica”. Nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti spiego dettagliatamente il modo in cui è possibile organizzarsi al meglio per diventare dei bravi mini day-trader in modo tale da potersi creare nel tempo delle interessanti rendite finanziarie.

Già lunedì 9 marzo avevo cominciato a interessarmi a Impregilo (simbolo: IPG), un titolo appartenente all’indice S&P/Mib40, in quanto mostrava un grafico decisamente propedeutico per ulteriori approfondimenti ribassisti. In quella seduta riuscivo a shortare (vendere allo scoperto) il titolo da 1,842 fino a 1,81 ottenendo circa 60 euro netti in pochi minuti (vedi anche il post di lunedì sul mio blog Crescita Finanziaria 3x), ma mancavo per un soffio il successivo spike ribassista (l’ultima ondata di vendite) che portava il titolo in pochi secondi fino a 1,73 con conseguente sospensione per eccesso di ribasso! Peccato! A fine seduta ecco come si presentava il grafico giornaliero del titolo.

Nella seduta di martedì 10 marzo ho continuato a seguire il titolo sempre alla ricerca di un punto di svolta del mercato (gli ND Point che spiego minuziosamente nel mio ebook). Dopo aver individuato un ND Point su una soglia psicologica rilevante (1,70), avevo anche notato che il titolo mostrava una certa debolezza nonostante l’indice principale di mercato stesse confezionando un rimbalzo verso l’alto abbastanza deciso.

Studiando il grafico intraday a 5 minuti ho visto che il titolo stava formando un triangolo discendente ribassista ed era vicinissimo ad effettuare il breakout del minimo di giornata posto a 1,721. Ho pensato così di anticipare il mio ingresso short a 1,72 piuttosto che sul breakout dell’ND Point posto a 1,70. In meno di 3 minuti i prezzi crollano fino in area 1,67 configurando un classico panico da vendite (panic selling). Esco a 1,684€ portando a casa 82 euro netti.

Da notare che il capitale investito, utilizzando leva 10 e considerando che ho venduto allo scoperto 2500 azioni a 1,72€, è stato pari a 430 euro per un ROI del 19% in circa 3 minuti. Questo è Trading a Capitali Ridotti!

Alla prossima!


A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

martedì 10 marzo 2009

Mercati, operatori e opzioni

Salve cari lettori. In questo post voglio farvi una panoramica del mercato finanziario e dei suoi operatori, fino ad arrivare alle opzioni finanziarie viste in tutto il loro splendore. Possiamo definire il mercato finanziario il luogo dove è posta in essere la compravendita di strumenti finanziari. La ragion d’essere del mercato finanziario è ovviamente la moneta e il suo valore, il cui andamento dipende dal mercato internazionale delle valute (Forex). Parallelamente al mercato finanziario si muove anche la Borsa merci, dove sono quotati i commodity futures, ossia dei derivati molto simili a polizze di deposito che assicurano la disposizione su uno stock di merce.

Il Forex e la Borsa merci non sono oggetto della nostra operatività, piuttosto ce ne serviamo per elaborare delle analisi macroeconomiche ed intermarket molto utili a fini previsionali. La nostra attenzione si pone sulla borsa valori, il cui centro è lo scambio di partecipazioni ed obbligazioni. Le partecipazioni sono le comuni azioni, dove gli acquirenti diventano soci e finanziatori interni, mentre le obbligazioni sono delle emissioni di debiti da parte delle società, infatti un obbligazionista diviene finanziatore esterno e creditore della società stessa.

Un ulteriore importante ramificazione del mercato finanziario sono i mercati dei derivati. Nei mercati derivati si scambiano strumenti finanziari derivati da determinati sottostanti scambiati nel mercato secondario. I derivati più importanti sono i futures e le opzioni. Ora che abbiamo definito grosso modo quelli che sono i principali strumenti finanziari, passiamo in rassegna i diversi operatori. Il prima tipologia è costituita dai risparmiatori, quest’ultimi sono spesso acquirenti delle obbligazioni, in quanto amano investire i soldi al sicuro (infatti sono definiti anche cassettisti) e con un rendimento accettabile nel lungo periodo.

Poi ci sono gli investitori, essi sono spesso azionisti, i quali sono consapevoli di accollarsi i rischi di impresa, ma che sul medio o lungo periodo possono beneficiare al contempo di probabili rendimenti più consistenti rispetto agli obbligazionisti a seguito dell’apprezzamento delle azioni e della cessione di eventuali dividendi. Infine come terza categoria ci sono gli speculatori, ossia degli operatori che investono nel mercato nel breve termine attraverso strumenti derivati che sfruttano la leva finanziaria. A questo punto siamo di fronte alla figura del trader vero e proprio, e cioè la posizione più rischiosa e allo stesso tempo potenzialmente più remunerativa che esiste nel mercato.Ora personalmente, sin dal mio approccio con il mercato finanziario capì che ero molto attratto dai guadagni consistenti e protratti nel breve periodo. Così mi trovai di fronte ad un bivio, e cioè se era meglio specializzarmi nei future o nelle opzioni. La mia scelta è ovvia, ed i miei maestri mi ci fecero arrivare con ragionamenti concreti e pratici.

Infatti io in quanto giovane e particolarmente poco solido a livello patrimoniale, mi resi conto che i future non facevano per me. Infatti essi se tenuti sino alla scadenza precludono l’obbligo di esercizio del lotto, e non solo, essendo strumenti di contrattazione a margine la potenziale perdita può protrarsi molto oltre il capitale investito.Così ho approfondito lo studio sulle opzioni e capii presto che le opzioni erano davvero una rivoluzione, perché inglobano tutti i vantaggi dei future scartandone tutti i pericoli connessi. Infatti le opzioni nonostante abbiano un bel effetto leva paragonabile a quello dei future, non precludono l’obbligo di esercizio, ed il capitale di rischio si ferma a quello investito ed usato per aprire la posizione. Come già detto all’inizio della mia carriera non avevo molti soldi, così mi specializzai nelle opzioni, ma fu la scelta migliore della mia vita, perché ancora oggi, che a livello finanziario sto molto bene, continuo ad operare con le opzioni, perché i future non mi hanno soddisfatto e sono molto meno flessibili in termini strategici rispetto alle opzioni.

Le opzioni possono avere come sottostante azioni, indici, valute, merci o tassi. Restrinsi ancor più il campo di analisi specializzandomi nelle opzioni su azioni (stock option). Infatti le opzioni su azioni sono in assoluto le migliori in quanto forniscono spunti fortemente concreti di analisi.

Ora chiudo rinfrescandovi il concetto di opzioni e sintetizzando il più possibile. Le opzioni possono essere o europee o americane. Io sono un operatore in opzioni americane, questa tipologia di opzioni si differenziano da quelle europee per il fatto che possono essere esercitate anche prima della scadenza. Come si può comprendere le opzioni americane sono perciò molto più flessibili rispetto a quelle europee, così non ho dubbi su quale tipologia usare. Le opzioni possono essere di tipo Call o Put.

Un’opzione Call costituisce il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare entro una certa scadenza 100 azioni ad un prezzo prefissato detto strike price, e pagando un corrispettivo premio. Badate bene che ho detto il diritto, ma non l’obbligo, infatti il compratore di un’opzione giunta alla scadenza, potrà scegliere se esercitare o rinunciare al suo diritto. Un’opzione Put invece costituisce il diritto, ma non l’obbligo, di vendere entro una certa scadenza 100 azioni ad uno strike price prefissato e pagando un corrispettivo premio.Il compratore di un’opzione Call ha aspettative rialziste, mentre il compratore di un’opzione Put ha aspettative ribassiste.Con un opzione Call o Put che sia, si ha a disposizione un contratto che controlla 100 azioni, perciò ogni variazione del sottostante deve essere moltiplicata per 100.

Infatti ammettiamo di possedere un’opzione con strike 70$, e dopo averla acquistata, e nello stesso giorno, il sottostante varia da 70$ a 75$. Se avessimo posseduto una sola azione avremmo guadagnato solo 5$, ma con un’opzione la variazione deve essere moltiplicata per 100 volte, così in questo caso avremmo guadagnato, senza tener conto di particolari calcoli matematico-finanziari, circa 500$! Approfittate di questi giorni di promozione, per pochi euro potete entrare in possesso di un ebook davvero completo e che vi guiderà verso i vostri primi profitti.

A Cura di Giovanni Romano

Autore de "Il Professionista delle Opzioni"

lunedì 9 marzo 2009

Il crollo delle Borse offre molte opportunità di trading

Se da un lato il tonfo dei mercati finanziari sta preoccupando policy maker, risparmiatori comuni e investitori "vecchio stampo" di tutto il mondo, dall'altro c'è una categoria di operatori finanziari (i day-trader) pronta a sfruttare quotidianamente queste violente oscillazioni al ribasso per lucrare buoni profitti cercando di far leva sul cosiddetto panic selling (panico da vendite). Ho parlato ampiamente di questa situazione nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti mostrando un paio di tecniche che permettono di sfruttare il ribasso mantenendo i rischi su livelli minimi e con aspettative di rendimento molto elevate.
Stamattina, dopo aver dato un'occhiata alla situazione dei mercati in generale e completato la watchlist delle azioni italiane da seguire (nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ho dedicato un'intero capitolo alla selezione dei titoli), ho notato che l'aperture delle Borse continuava ad essere molto negativa con l'indice S&P/Mib40 che continuava a perdere terreno in modo molto deciso. Sono entrato short con 2000 pezzi su Impregilo a 1,842€ e stop loss "catastrofico" a 1,87€ (avrei però chiuso la posizione anche prima se mi accorgevo di aver sbagliato il timing). Il book si dimostra subito difficile da maneggiare con i market maker che mostrano uno spread sempre poco ragionevole... Il mio target è in area 1,81€, più o meno sulla chiusura di venerdì che dovrebbe fungere da supporto. Vengo eseguito a 1,81€ e porto a casa 56 euro netti in pochi minuti.

Ma, dopo qualche istante, il titolo crolla e avviene il cosiddetto panic selling che porta alla formazione di un clamoroso spike con bottom a 1,73€. Sospensione per eccesso di ribasso. Alla riapertura il titoli recupera tutto e torna in area 1,84€. Che volatilità! Peccato, si poteva lucrare di più. Anche io potevo probabilmente fare di più anche se avevo l'attenuante di essere tornato da Londra solo ieri sera e stamane mi sentivo ancora un pò intontito...

Come si dice, "vendi, guadagna e pentiti..."...

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

giovedì 5 marzo 2009

Una breve sosta per liberare la mente e ripartire alla grande!

Cari lettori, buongiorno e bentrovati. Sono in partenza per la mitica Londra per un relax week-end. Ogni tanto fa bene staccare la spina e allontanarsi dal solito posto di lavoro. In questo modo si possono ricaricare le batterie e ripartire poi alla grande!

Ho in mente diversi progetti sia di breve che di medio periodo per me e per voi. Sono certo dell'efficacia di un rapporto sinallagmatico che porti benefici a tutti! Al momento non resta che salutarvi e rimandare l'appuntamento con un nuovo articolo su questo blog per lunedì 9 marzo.
A presto!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

mercoledì 4 marzo 2009

Il breakout di un ND Point nel Forex

Buongiorno a tutti. Oggi voglio parlarvi di un'altra tecnica utilizzabile sul Forex, il grande mercato delle valute. Molti di voi, soprattutto chi ha letto il mio libro Trading a Capitali Ridotti (Bruno Editore Srl, 2008), conosceranno bene la strategia del breakout di un ND Point. Questa tecnica prevede l'individuazione di un livello significativo del prezzo (magari toccato più volte su time frame più larghi come l'orario o il daily) e poi il successivo intervento sul breakout dello stesso utilizzando un time frame più veloce come il 5 (che preferisco e suggerisco) o il 15 minuti.

Il breakout di un ND Point può essere utilizzato benissimo su qualunque mercato, anche e soprattutto su quello valutario che è sempre ricco di spunti e di veloci movimenti direzionali intraday. Ti mostro un esempio pratico di come sia possibile sfruttare il breakout di un ND Point su un tasso di cambio effettuando due semplici passaggi:
1) individuazione ND Point su time frame orario, a quattro ore o giornaliero;
2) intervenire sul breakout e seguire il trade su un time frame più veloce (5 o 15 minuti).

Stamattina, ad esempio, era possibile notare sul cross USD-JPY un ND Point a 98.60 con una evidente congestione dei prezzi sotto questo livello (time frame orario).

Sul grafico a 5 minuti era poi possibile intervenire sul breakout e seguire l'operazione in trailing stop o in base alla propria strategia di money management.


Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

martedì 3 marzo 2009

Come può un trader sviluppare un buon istinto?

L’istinto è una dote che non può essere trasmessa come se si stesse spiegando una lezione di storia, bensì può essere sviluppato adeguatamente nel momento in cui vengono attuate strategie ripetitive e concettualmente valide.
Un trader può sviluppare l’istinto in modo graduale e dopo diversi anni di esperienza. Il trader può concentrarsi sullo studio di strategie di trading efficienti e, dopo molta pratica nell’utilizzo delle stesse, potrà rafforzare l’istinto. Le problematiche nascono quando i trader cominciano ad adottare con una certa regolarità strategie (soprattutto di money management) poco efficienti. Così facendo sviluppano un istinto chiaramente poco efficace. Il timing di ingresso (e di uscita) può diventare una dote fondamentale per il trader derivante da una percezione sottile che va a colpire la mente producendo effetti immediati a livello operativo con riflessi immediati e precisi.

Dunque, per sviluppare un buon istinto studia alcune strategie di trading concettualmente valide come quelle che ho presentato nel mio libro Trading a Capitali Ridotti. Mettile in pratica considerando il tuo livello di tolleranza al rischio e ripetile con regolarità. Con il tempo sono certo che svilupperai l’istinto necessario per lavorare efficacemente sui mercati. E’ una promessa…

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

lunedì 2 marzo 2009

Riflessioni sugli scenari futuri dei mercati finanziari

L’investitore del XXI secolo deve fare i conti con una componente di natura prettamente tecnica in passato poco enfatizzata durante i cicli economici: la volatilità. La realtà odierna, e molto probabilmente lo sarà ancor di più quella futura, è un continuo susseguirsi di movimenti veloci dettati da uno scarso interesse generale per le varie asset class (si pensi al crollo repentino del petrolio o delle stesse Borse). La tecnologia e l’evoluzione dell’ingegneria finanziaria permettono agli investitori di spostare in pochi secondi migliaia e migliaia di miliardi di dollari semplicemente con un click. Si avverte la sensazione di movimenti di massa con un’ottica meramente speculativa. Una sorta di “branco elettronico” poco interessato su ciò che investe (sottostante) e improntato verso una logica speculativa del massimo profitto nel minor tempo possibile. Penso anche ai movimenti sui mercati valutari con l’apprezzamento quasi diabolico dello yen (alla faccia dell’interventisimo della Banca Centrale giapponese per proteggere l’economia interna) o al deprezzamento clamoroso della sterlina. Anche le istituzioni finanziarie centrali manifestano segni d’insofferenza con continue “sforbiciate” sui tassi di interesse come se giocassero con uno yo-yo. Velocità o volatilità, chiamiamola come ci pare. La morale della favola tanto non cambia: l’investitore del 2000 ha la necessità di diventare sempre più sofisticato, sempre più reattivo (se non riesce ad essere proattivo) e sempre meno orientato alla ormai obsoleta metodologia di investimento del buy and hold. E’ la scomparsa dei cassettisti e dell’investimento di lungo periodo. I mercati, sempre più veloci, presuppongono un impegno costante nella gestione dei rischi e una grande flessibilità nel muoversi tra le varie asset class cercando di inserirsi al meglio tra le galoppate del branco elettronico…

A cura di Nicola D'Antuono - INFO@MINIDAY-TRADING.IT

domenica 1 marzo 2009

La differenza tra il "gap" e il "lap"

I day-trader professionisti sanno benissimo che per implementare un'operatività corretta nel brevissimo periodo è necessario utilizzare le giuste tecniche di ingresso al fine di cogliere il giusto timing necessario per sfruttare buona parte di un movimento direzionale. E' chiaro che la tecnica presuppone anche un linguaggio adeguato nella definizione delle strategie da attuare. Prassi non sempre presa in considerazione dai neofiti e da coloro che, per pigrizia o altro, evitano di imparare i nomi delle proprie strategie (o fanno difficoltà a ricordarli) creando scompensi a livello mentale che procurano una decisa difficoltà nello schematizzare le proprie tecniche. La conseguenza, non proprio piacevole, è quella di non essere né reattivi ai movimenti del prezzo di un titolo che stiamo seguendo né proattivi nei movimenti, cioè agire in modo naturale senza farsi spingere da eventi esterni.
Oggi vi parlo della differenza tra il "gap" e il "lap". Conoscere questa differenza aiuta moltissimo coloro che fanno day-trading (e non solo) a capire quale strategia attuare in base all'apertura del prezzo nella seduta successiva. Un gap è un vuoto del prezzo che si crea tra l'apertra di oggi e il minimo (gap down) o il massimo (gap up) della seduta di ieri.



Gap down su Prysmian



Gap up su Danieli & C


Il lap, invece, è il vuoto di prezzo che esiste tra l'apertura di oggi e la chiusura di ieri. Quando l'apertura di oggi è inferiore alla chiusura di ieri si parla di lap down. Viceversa, se l'apertura odierna è maggiore della chiusura di ieri abbiamo un lap up.


Lap down su Telecom Italia

Lap up su Exprivia


La distinzione tra gap e lap è fondamentale e su di essa si basano diverse strategie legate all'operatività giornaliera (day-trading). Ma di questo ne parleremo più avanti...

Alla prossima!

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it