lunedì 2 marzo 2009

Riflessioni sugli scenari futuri dei mercati finanziari

L’investitore del XXI secolo deve fare i conti con una componente di natura prettamente tecnica in passato poco enfatizzata durante i cicli economici: la volatilità. La realtà odierna, e molto probabilmente lo sarà ancor di più quella futura, è un continuo susseguirsi di movimenti veloci dettati da uno scarso interesse generale per le varie asset class (si pensi al crollo repentino del petrolio o delle stesse Borse). La tecnologia e l’evoluzione dell’ingegneria finanziaria permettono agli investitori di spostare in pochi secondi migliaia e migliaia di miliardi di dollari semplicemente con un click. Si avverte la sensazione di movimenti di massa con un’ottica meramente speculativa. Una sorta di “branco elettronico” poco interessato su ciò che investe (sottostante) e improntato verso una logica speculativa del massimo profitto nel minor tempo possibile. Penso anche ai movimenti sui mercati valutari con l’apprezzamento quasi diabolico dello yen (alla faccia dell’interventisimo della Banca Centrale giapponese per proteggere l’economia interna) o al deprezzamento clamoroso della sterlina. Anche le istituzioni finanziarie centrali manifestano segni d’insofferenza con continue “sforbiciate” sui tassi di interesse come se giocassero con uno yo-yo. Velocità o volatilità, chiamiamola come ci pare. La morale della favola tanto non cambia: l’investitore del 2000 ha la necessità di diventare sempre più sofisticato, sempre più reattivo (se non riesce ad essere proattivo) e sempre meno orientato alla ormai obsoleta metodologia di investimento del buy and hold. E’ la scomparsa dei cassettisti e dell’investimento di lungo periodo. I mercati, sempre più veloci, presuppongono un impegno costante nella gestione dei rischi e una grande flessibilità nel muoversi tra le varie asset class cercando di inserirsi al meglio tra le galoppate del branco elettronico…

A cura di Nicola D'Antuono - INFO@MINIDAY-TRADING.IT

Nessun commento: