sabato 31 gennaio 2009

Asset Allocation per il 2009

Oggi voglio dare a tutti i lettori di questo blog un'anticipazione (versione integrale) della mia intervista rilasciata per la rubrica "Botta e Risposta" (newsletter dell'ITF letta da circa 200.000 persone) curata come sempre in modo impeccabile da Diego Pastorino. La domanda che è stata posta a un gruppo di investitori e consulenti (tra cui ci sono anche io) è la seguente:
"Dopo un mese di mercato, questo 2009 qualche indicazione l'ha data. Per il vostro portafoglio o per i vostri clienti, quale asset allocation consigliereste: azioni, obbligazioni, commodity, cambi? Per le azioni quale allocation settoriale? Per le obbligazioni, quali tipologie di emittenti e scadenze? Quali commodity? Quale valuta?..."
Di seguito la mia risposta...
Personalmente ho un’idea abbastanza precisa sul come investire oggi giorno. Innanzitutto, ritengo che investire sia un “piano” che varia da individuo a individuo sulla base di diversi fattori: età, propensione al rischio, capitale disponibile, obiettivi, orizzonte temporale, ecc. Insomma, non esiste un’asset allocation universale per tutti. Tuttavia, ci sono alcune asset class che possono rispondere, in linea generale, alle esigenze di chi magari ha un’età non troppo avanzata, una propensione al rischio non esageratamente bassa e obiettivi di medio-lungo periodo. E’ chiaro che l’asset class che risponde al momento a questa tipologia di investitore è l’equity, cioè il mercato azionario. La discesa dei corsi azionari, depressi dalla recessione su base mondiale, sembra essere giunta al capolinea, tanto è vero che i principali indici azionari mondiali mantengono ormai da diverse settimane zone di supporto di lungo periodo (si pensi all’indice S&P500). Dunque, non mi sembra un’eresia puntare sull’equity attraverso piani di accumulo (settimanali o mensili nei primi tre mesi del 2009, dipende dagli importi) su uno o due ETF legati ad indici azionari (ad esempio, si può scegliere uno sull’S&P500 e uno più volatile come il nostro S&P/Mib40 o sul Dax). Sempre tramite questa tipologia di strumenti, si potrebbe intervenire sull’ETC sul petrolio per sfruttare un’eventuale ripresa delle quotazioni dell’oro nero non appena mglioreranno sensibilmente le aspettative future sul contesto macroeconomico. Per quanto riguarda le obbligazioni, punterei in minima parte (massimo un 5% del proprio portafoglio) su alcuni high-yield bond di società storicamente abituate a soffrire in periodi di recessione (anche gravi, come quella attuale) e con grande capacità del management di risollevare la società dal baratro. Sulle valute preferisco fare esclusivamente swing trading (o addirittura in giornata), in quanto la volatilità è molto elevata e difficilmente scenderà in futuro su livelli compatibili per gli investitori di medio-lungo periodo. Se proprio dovessi puntare una fiche, direi di prendere posizioni corte sullo yen che ha ormai raggiunto livelli quasi insostenibili per l’economia giapponese, oltre a riconsiderare la possibilità di una ripresa dei carry trade sulla valuta giapponese (ma anche il dollaro USA e il franco svizzero ai tassi attuali potrebbero ispirare gli investitori a ricorrere a questa pratica).
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

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