lunedì 19 gennaio 2009

Che cos'è un indice azionario e a cosa serve

Siccome questo blog è rivolto a tutti, dal trader neofita all’investitore più sofisticato alla ricerca di un confronto e di nuovi spunti strategici, voglio parlare oggi di un argomento piuttosto semplice e che fa parte del novero delle conoscenze tecniche di base per chiunque avesse intenzione di avere un approccio professionale ai mercati finanziari. Parliamo oggi degli indici azionari in generale, che cosa sono e quali sono i più importanti.

Un indice azionario non è altro che un sunto del comportamento di un paniere di titoli che lo compongono e raggruppati in base a un certo criterio. Un certo indice azionario permette di conoscere l’andamento di un settore in particolare o confrontare un settore con un altro diverso per capire quale mostra maggiore forza o debolezza. Chiaramente, quando si vuole investire su un gruppo di titoli appartenenti a un certo settore (tecnologia, petroliferi, utilities, etc.), è più semplice ricercare il relativo indice settoriale, acquistando così tutto il paniere piuttosto che esporsi singolarmente su ogni titolo. In questo modo l’investitore avrà la possibilità di acquistare un singolo strumento finanziario altamente differenziato piuttosto che una serie interminabile di titoli appartenenti allo stesso settore. Insomma, un indice azionario è sinonimo di semplificazione quando si tratta di effettuare scelte di investimento. Inoltre, può assumere la funzione di benchmark di riferimento quando si compara un titolo con l’intero settore di appartenenza.

Per investire direttamente su un indice azionario esistono diversi strumenti (sofisticati e non) che permettono di muoversi in base alle proprie esigenze e al proprio capitale a disposizione: Futures, Etf, Cfd, Fondi comuni di investimento, Sicav, Options, ecc. I futures sugli indici azionari seguono abbastanza fedelmente l’andamento dell’indice sottostante. Il valore del contratto di un future di solito viene ottenuto moltiplicando la quotazione dell’indice per il moltiplicatore relativo a ogni contratto. Con un future su un indice azionario è possibile speculare e/o investire sia al rialzo che al ribasso. Lo stesso vale per i CFD, i contract for difference. I fondi comuni di investimento e le Sicav sono spesso inefficienti e non permettono di scommetere sul ribasso. Meglio gli ETF, poco costosi e molto più efficienti, che stanno iniziando ad abbracciare anche l’operatività short, offrendo la possibilità di scommettere sul ribasso (ad esempio, l’ETF ShortDax DB).

La maggior parte degli indici vengono “pesati” in base alla capitalizzazione. Ciò vuol dire che i titoli con una capitalizzazione più elevata avranno un peso maggiore nel paniere, per cui muoveranno l’indice in modo abbastanza significativo in base ai loro movimenti sul mercato.

I maggiori indici mondiali sono:

- S&P500: comprende i 500 titoli a maggiore capitalizzazione del mercato statunitense. Contiene titoli come Microsoft, General Electric, General Motors, ExxonMobil. E’ utilizzato dagli investitori istituzionali come benchmark principale nelle loro valutazioni per misurare la performance di portfolio. E’ probabilmente l’indice piùimportante tra quelli presenti sui mercati.

- Nasdaq100: comprende i primi 100 titoli più capitalizzati della Borsa legata alla tecnologia. Qui troviamo titoli come Microsoft, Apple, Cisco, Intel.

- Nikkei225: comprende i 225 maggiori titoli della Borsa giapponese.

- Dax30: sono quotati i maggiori 30 titoli presenti alla Borsa di Francoforte.

In Italia, l’indice più importante è l’S&P/Mib40 che comprende i maggiori 40 titoli quotati alla Borsa di Milano (Enel, Eni, Unicredit, Intesa-SanPaolo, Fiat, ecc.). Altro indice di rilievo è il Mibtel, che contiene un po’ tutti i titoli quotati alla Borsa milanese.

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

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