domenica 28 dicembre 2008

Attenzione a questa interessante compressione di volatilità...

Nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ho spiegato la strategia relativa alle compressioni di volatilità (pp. 96-101) presentandola come una delle migliori opzioni che ha un mini day-trader per implementare operazioni speculative di breve periodo senza rischiare molto in termini di stop loss (espresso in percentuale). Infatti, una volta identificata la compressione di volatilità su un certo titolo, bisogna soltanto “ingabbiare” il prezzo in un box evidenziando contestualmente sia l’estremo alto della congestione sia quello basso. Questo procedimento permette di conoscere i livelli del prezzo più significativi sui quali eventualmente intervenire.

Per capire bene le compressioni di volatilità, oggi voglio presentarvi la situazione in cui si trova un titolo illiquido quotato alla Borsa di Milano - sul segmento AllStars - e appartenente al comparto del luxory. Si tratta di Aeffe (simbolo: AEF). Premetto che la mia spiegazione ha fini puramente didattici e non è una sollecitazione all’investimento sul medesimo titolo, anche perché questa non è la sede adatta e non prevede l’erogazione di un servizio di consulenza ad personam. Il mio obiettivo è mostrarti il mio modus operandi quando noto simili situazioni. Fatta questa necessaria premessa, procediamo con la spiegazione del grafico relativo ad Aeffe.

Come si nota dal chart daily in alto, il titolo ha avuto una reazione importante dai minimi storici posti a 0,474 (17 novembre 2008) che ha portato i prezzi a sfiorare area 0,70 in circa dieci giorni con volumi molto elevati (praticamente una performance vicina al 50%). Da qui i prezzi hanno cominciato a congestionare all’interno di un rettangolo compreso tra 0,698 e 0,60, evidenziando una decisa contrazione della volatilità (che è possibile notare anche con la presenza di numerose narrow range, cioè candele con range ridotto). Inoltre, i ratei di volatilità sono da 8 sedute consecutivi sotto la fatidica soglia di 0,5 (vedi istogramma rossa sotto il grafico dei prezzi) e anche il BandWidth si è “sdraiato” sul minimo degli utlimi 3 mesi (senza contare lo squeeze delle Bollinger bands). Insomma, diversi elementi che evidenziano lo stato di forte contrazione di volatilità sul titolo.

Un trader con orizzonte temporale a più giorni potrebbe intervenire al rialzo sul titolo se, e solo se, il prezzo raggiunge 0,70 (soglia psicologica e nuovo massimo a due mesi) con stop loss iniziale sotto il minimo della candela di breakout e target potenziale in area 0,80 (dato che ci sarebbe una cluster area). Un’altra opzione sarebbe quella di acquistare sulla debolezza, cioè se il prezzo ritorna nuovamente ad avvicinarsi a 0,60 (diciamo in area 0,63-0,64). Invece, un trader di brevissimo periodo (scalper e/o day-trader) potrebbe intervenire al superamento di 0,698-0,70 per lucrare l’eventuale veloce e forte movimento rialzista che ne potrebbe scaturire fino a 0,73-0,74. Insomma, il classico “mordi e fuggi”.

Eviterei di pensare a operazioni di short selling dato che, oltre al divieto ancora in corso diposto dalla Consob almeno fino al 31 dicembre 2008, su questi titoli a basso flottante risulta più difficile trovare intermediari che offoro lo short multiday a prezzi contenuti.

Capitolo position sizing (dosaggio del capitale di ingresso): eviterei di esagerare con i quantitativi. Un mini day-trader potrebbe guadagnare molto anche utilizzando un capitale molto basso (diciamo 2500-3000 pezzi). Sarà importante valutare sempre la propria tolleranza al rischio e decidere solo successivamente la quantità da utilizzare, seguendo magari le formule segnalate nel mio ebook nella sezione relativa alla gestione dei rischi.

Buona giornata a tutti e a presto!

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

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