venerdì 25 luglio 2008

L'importanza di creare rendite di denaro automatiche nel XXI secolo... (PARTE TERZA)

Questo articolo è stato estratto dal mio mensile di informazione finanziaria CONSULENZA & RISPARMIO (Maggio 2008, pp. 5-9)


Come anticipato nel precedente numero, oggi ci occupiamo delle credenze limitanti sul denaro e sulla ricchezza. Si tratta di un argomento molto importante, propedeutico per le prossime lezioni con le quali ci addentreremo dettagliatamente nelle singole opportunità per generare rendite automatiche di denaro.

Bisogna innanzitutto dire che l’italiano medio paga il retaggio di una cultura catto-comunista che da sempre giudica il denaro in modo decisamente negativo creando contestualmente i presupposti per atteggiamenti di “disaffezione” nei confronti delle persone più ricche.

Tuttavia, soprattutto in una fase delicata come quella attuale – caratterizzata da un’inflazione galoppante e da una pericolosa instabilità sui mercati finanziari – molta gente probabilmente preferirebbe avere qualcosa in più in tasca (magari senza sbandierarlo ai quattro venti e senza alzare troppa la voce…) oppure sapere almeno in che modo poter generare una ricchezza aggiuntiva rispetto al classico stipendio.

Come promesso, nei prossimi numeri parleremo in modo dettagliato delle varie modalità di generazione di ricchezza automatica, ma ora soffermiamoci per un attimo sulle credenze depotenzianti che limitano la crescita finanziaria, personale e professionale della maggior parte degli individui. Sto parlando del cattivo rapporto che si instaura con i soldi e delle conseguenze poco profittevoli che ne derivano.

Innanzitutto non è assolutamente vero che per fare soldi servono necessariamente molti soldi. Le statistiche dicono che il 90% delle persone ricche è di prima generazione. Ciò vuol dire che sono partiti da zero (o quasi) e che, lavorando in modo intelligente, sviluppando le proprie idee ed esternalizzando al meglio la propria creatività, sono riuscite a crearsi fortune da capogiro. Si pensi alla nuova generazione di ricchi provenienti dal settore Internet. I ragazzi di Google e di Yahoo!, fino a pochi anni fa, erano semplici studenti universitari con la passione per i computer e gli hamburger…


Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, aveva capito che il potere della comunicazione non era appannaggio solo delle grandi società di mass media ma che doveva essere in mano alla gente comune. Ha così creato un sito di social networking con un investimento iniziale pari a zero e oggi la sua società vale più o meno 15 miliardi di dollari!

E potrei raccontarti ancora un’infinità di case history di successo anche di persone meno famose… Ad esempio quella di Mrs. Brandi Ramos da Springfield, Illinois (USA). In qualità di mamma single aveva la necessità di portare a casa qualche soldo in più, così ha pensato bene di crearsi un’attività online su eBay vendendo vestiti da uomo per “taglie forti”. Il suo deposito è uno scantinato di 55 metri quadrati pieno zeppo di biancheria intima e cinture. Nel giro di tre anni la sua attività è decollata e ormai guadagna almeno 25.000 dollari ogni anno.

Dunque, a volte provarci non costa nulla… Sviluppa la tua passione e crea qualcosa di utile per gli altri. Non pensare subito al ritorno economico, sarà una conseguenza automatica e il giusto riconoscimento alla qualità dei tuoi servizi e/o prodotti offerti. Crea dentro di te stati d’animo positivi e persegui con impegno e determinazione i tuoi obiettivi. I risultati positivi non dovrebbero farsi attendere molto…

Altra credenza che limita moltissimo le persone verso il raggiungimento della propria libertà finanziaria è quella che per fare soldi nella vita serve necessariamente un titolo di studio altisonante (laurea, master e specializzazioni varie). Premesso che l’università fornisce nozioni importanti per la nostra formazione di base, ciò non vuol dire che avremo certamente successo nel mondo del lavoro. Non voglio assolutamente spaventare nessuno dicendo questo, ma evidenziare che statisticamente non esiste una correlazione tra il riuscire a fare soldi e avere un buon titolo di studio.

Un’altra credenza depotenziante è quella che diventando ricchi ci si trasforma in persone avide e materialiste. Ebbene, anche qui bisogna smentire drasticamente simili illazioni. Premesso che se un ricco è già una persona avida di per sé, probabilmente con il denaro amplificherà maggiormente questa caratteristica della sua personalità. Di converso, bisogna ricordare che i maggiori filantropi della Terra sono persone ricche, come Bill Gates, Warren Buffet e George Soros solo per citarne alcuni.

Diventare finanziariamente libero implica il passaggio verso uno status di investitore e/o titolare di un sistema in grado di generare ricchezza. In realtà, molta gente associa l’investimento al rischio e preferisce non avere nulla a che fare con l’imprenditoria, i mercati finanziari o gli immobili ad uso speculativo. Investire di per sé non è rischioso, mentre invece investire senza un’adeguata formazione è rischioso. Infatti, è statisticamente provato che molte persone riescono sistematicamente a battere i mercati finanziari utilizzando modelli ripetitivi che tendono a ridurre al minimo i rischi, in certi casi addirittura eliminandoli completamente.

Altra credenza limitante è che i soldi non rendono felici. Anche qui non sono molto d’accordo. Nonostante il denaro di per sé non potrà mai renderti felice a priori, è pur vero che avendo un cospicuo conto in banca avrai meno problemi a realizzare i tuoi sogni e magari anche quelli dei tuoi familiari, senza tralasciare la possibilità di rendere migliore la vita di persone “meno fortunate”.

Bene, concludiamo qui questa nuova “puntata” dedicata alle modalità di creazione di rendite automatiche nel XXI secolo. Ti aspetto con la prossima uscita…
A presto!

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