giovedì 24 luglio 2008

L'importanza di creare rendite di denaro automatiche nel XXI secolo... (PARTE SECONDA)

Questo articolo è stato estratto dal quarto numero del mio mensile di informazione finanziaria CONSULENZA & RISPARMIO (Aprile 2008, pp. 5-8)

Nel precedente numero avevo affermato che il XXI secolo verrà ricordato dai posteri come il secolo dell’Informazione. Non più, dunque, come avvenuto nel ‘900, un secolo contraddistinto dall’innovazione industriale - quando era sufficiente immettere un prodotto/servizio sul mercato per guadagnare - bensì una nuova realtà dove il vero potere deriva dalla capacità dell’individuo di crearsi una forma mentis vincente allo scopo di emergere nella comunità sociale ed economica attraverso lo sviluppo di nuove competenze che in passato erano ritenute appannaggio solo di pochi individui.

Il segreto che vi svelerò oggi è il seguente: bisogna eliminare le convinzioni che limitano la nostra ascesa verso il successo!

Tutto è mosso dalle convinzioni. In passato si pensava che la Terra fosse piatta e nessuno osò sfidare questa convinzione per secoli. E per secoli si è sempre ritenuto impossibile che l’uomo potesse volare fino a quando un giorno i fratelli Wright non fecero il primo volo con un rudimentale velivolo. E sbarcare sulla luna? … Potrei continuare ancora per molto ma questo dimostra che nel corso della storia l’uomo è stato sempre mosso da certe convinzioni, come se avessero la funzione di una bussola utile per rapportarsi quotidianamente al mondo.

Morale della favola: se riteniamo che qualcosa sia impossibile non proveremo nemmeno a sfidare questa convinzione.

Dunque, avendo studiato qualcosina su PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) e psicologia del cambiamento, posso affermare che se un obiettivo ci risulterà impossibile da raggiungere faremo di tutto per metterci in una condizione tale da non provarci nemmeno abbandonando magari il “sogno di una vita” senza adoperarci per arrivare alla meta.

Le convinzioni governano la nostra vita in tutti i suoi aspetti: dal lavoro alla salute, dalla religione all’amore e così via.

Ma da dove nascono queste credenze?

Innanzitutto non bisogna assolutamente pensare che le convinzioni siano già dentro di noi dalla nascita. Esse nascono e si rafforzano in base al nostro livello di cultura, dagli insegnamenti della nostra famiglia e dalle persone che frequentiamo abitualmente. E senza dimenticare quelle esperienze che in qualche modo hanno segnato in un determinato momento la nostra vita. Si pensi, ad esempio, all’amore. Spesso capita che un individuo – scottato da una precedente esperienza sentimentale negativa – ha la convinzione che sicuramente avrà nuovi insuccessi in amore perché ha già vissuto un’esperienza negativa in quest’ambito per cui preferisce non cominciare un nuovo rapporto sentimentale.

Questo esempio introduce un concetto fondamentale nella psicologia dell’individuo: il dilemma tra la ricerca del piacere e l’evitare il dolore.

Tornando all’esempio precedente, si potrebbe pensare che un individuo faccia di tutto per evitare il dolore (una nuova sofferenza in ambito sentimentale) anche a costo di ricercare il piacere (ottenibile dalla nuova relazione che potrebbe magari apportare una straordinaria dose di felicità e passione).

La paura di fallire spesso diventa più forte della volontà di mettersi in gioco e ricercare nuove soluzioni di benessere per la nostra vita. Pensate, ad esempio, al rapporto che la gente ha con il denaro. Quante volte avrete sentito frasi del tipo: ''E' impossibile che possa diventare ricco'', ''Non sarò mai in grado di diventare un bravo investitore'', ''Non ho le capacità per gestire il denaro'', ecc. ecc.

Si tratta di convinzioni che provengono quasi sempre dal periodo dell’imprinting, cioè quando eravamo poco più dei bambini. Un periodo in cui ci sono state impresse delle convinzioni sulle nostre potenzialità, su quello che saremmo capaci di fare e di non fare, sulle persone, ecc.

Ricordo che anche io avevo una convinzione limitante sulle mie capacità di avere a che fare con i numeri. Fino a quando frequentavo il liceo mi era sempre stato impresso (o se vogliamo “imposto”) la credenza che “non ero bravo in matematica”. Ricordo ancora quando il Presidente della Commissione di valutazione all’esame di maturità scientifica mi suggerì di non intraprendere studi economici perché avevo troppe lacune in matematica. Chissà cosa direbbe oggi di me e sul mio modo di gestire gli investimenti…

Quando ho iniziato a interessarmi di Borsa, all’età di 23 anni circa, ho dovuto, per forza di cose, eliminare questa credenza limitante precedentemente impressa dentra di me altrimenti non sarei mai riuscito a fare delle buone cose sui mercati azionari, a controllare e gestire efficacemente i rischi, a gestire il capitale nelle operazioni di investimento e così via.

Dunque, ciò che ci allontana dai nostri sogni sono le credenze limitanti! Se faremo in modo di eliminarle, avremo la strada spianata per la costruzione di una mentalità vincente e di successo!

Terminiamo qui questa nuova “puntata” dedicata alla creazione di rendite automatiche nel XXI secolo. Nel prossimo numero analizzeremo le convinzioni limitanti sul denaro, e sulla ricchezza in generale, cercando di eliminare il vero ostacolo che ci divide dall’indipendenza finanziaria.

A presto!

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