martedì 31 marzo 2009
Bloccato dall'influenza, ma pronto a riprendere al più presto...
sabato 28 marzo 2009
Botta e Risposta per la newsletter dell'ITF del 31 marzo
"Cosa pensate del problema dei maxi-compensi ai manager che magari hanno portato al fallimento la loro azienda o quasi? E' giusto un intervento limitativo da parte dei governi o viola il libero mercato? Se il principio è che l'intervento è giustificato solo verso chi ha avuto soldi pubblici (presi dalle tasche dei contribuenti), allora dovrebbe applicarsi non solo alle banche ma, ad esempio, anche a chi ha avuto aiuti di varia natura, cassa integrazione o incentivi rottamazione e simili... Più in generale, compensi di milioni di euro o di dollari, cosa remunerano di fatto? La genialità del manager? La sua funzione di garanzia verso il gruppo di controllo? La sua capacità di lobbying?"
A tal proposito, l’attribuzione di bonus ai manager di quelle società che hanno ricevuto denaro pubblico per rimanere a galla nel bel mezzo della crisi finanziaria è assolutamente fuori da ogni logica sia etica che strutturale. E’ inconcepibile assistere al versamento di denaro pagato dai contribuenti nelle tasche dei manager improduttivi. Si pensa alla situazione di AIG dove, solo dopo il duro intervento di Obama, è stata restituita metà del super-bonus spettante al Ceo di AIG stessa. Senza dimenticare che queste società possono utilizzare l’escamotage dell’aumento dello stipendio fisso dei massimi dirigenti. Una mossa davvero avida e poco elegante…
Insomma, qui si pone soprattutto un problema legato alla governance di queste aziende. Ma che rimane di difficile soluzione anche per lo Stato che fornisce gli aiuti attraverso il denaro versato dai cittadini. E’ un paradosso della società capitalistica contemporanea. Ma c’è. I manager delle grandi Corporate continuano a dimostrare di essere infallibili nella ricerca di soluzioni vantaggiose per se stessi ma come sempre rimangono scadenti quando c’è da lavorare per il bene dell’azienda e della comunità. Con la buona pace di quei pochi “intimi” all’interno di aziende sane e trasparenti (in Italia, soprattutto tra le small e mid caps, dobbiamo essere orgogliosi di alcune realtà di valore…) che brancolano nel buio ma che dimostrano di distinguersi per valori etici e morali. E’ un po’ la speranza per il futuro.
Servirebbe che tutti seguissero questa strada. E’ difficile sperare che vengano rispettate le leggi, anche quelle più restrittive imposte dallo Stato che farebbero poi gridare a scandalose limitazioni al libero mercato. E’ la storia dell’etica contro l’avidità. Una storia senza fine ma che, statene certi, si ripeterà ancora…
A cura di Nicola D’Antuono - info@miniday-trading.it
venerdì 27 marzo 2009
Un market mover condanna la sterlina
giovedì 26 marzo 2009
Il rialzo delle Borse mi fa riscoprire un pattern decisamente esplosivo...
Oggi si è verificato un case study proprio con il pattern Slingshots. Vediamo il grafico daily di Eems (simbolo: EEMS), un titolo in fortissimo trend rialzista.
Oggi i prezzi hanno superato il precedente massimo a 2 mesi posto a 1,20€, ma l'ingresso poteva essere benissimo anticipato già sopra il massimo della candela di ieri (1,137€). Insomma, c'erano tanti modi per guadagnare... Io qui ho dormito, magari ero ancora stordito dalla sbornia dovuta al felicissimo trade di ieri su Seat. Ma quella è un'altra storia...
mercoledì 25 marzo 2009
Lo sviluppo del baratto (parte III)
Ma ciò non bastava; infatti se il nostro allevatore voleva comprare della verdura era costretto a scambiare il suo animale con molta verdura (nel caso migliore un coniglio con 30 kg di verdura, ma poteva avere a disposizione solo animali più costosi come pecore o cavalli) e quest’ultima se non consumata rapidamente finiva con il marcire. D’altronde non avrebbe avuto senso dividere l’animale in piccole parti in quanto esse si sarebbero deperite ancor più velocemente della stessa verdura. Avrebbe senz’altro potuto scambiare la verdura in eccedenza con altri beni, tipo legname o altro, ma non è detto che in tempi brevi riesca a trovare un’altra persona a cui occorreva la sua verdura in eccedenza.
A Cura di Patrizio Messina
martedì 24 marzo 2009
Giusto per non perdere l'abitudine...
Grafico a 5 minuti. Breakout di 1,4734. Esplosione del prezzo e della volatilità. In circa 5 minuti, il cross si muove al rialzo di oltre 40 pip dopo il break. Visto che potenzialità ha questa tecnica? Rileggi anche i post precedenti pubblicati su questo blog in cui ti spiegavo questo modus operandi per guadagnare sul Forex e falla tua! Buono studio...
Alla prossima!
lunedì 23 marzo 2009
E' meglio diversificare o specializzarsi?
sabato 21 marzo 2009
Da Alfio Bardolla: Cosa è il Wellness Finanziario?
Come quando si va in palestra per la prima volta e il personal trainer compila la scheda con gli esercizi che dovremo seguire per mantenerci in ottima forma, così seguendo quello che ti dirò nel mio ebook I Soldi Fanno La Felicità potrai ottenere risultati straordinari in campo finanziario.
Il Wellness Finanziario è uno stile di vita.
Così come alimentarsi correttamente e fare sport migliorano il fisico, ecco che il Wellness Finanziario si pone l’obiettivo di metterci in forma sotto l’aspetto finanziario. Come in tutti i settori, fare azioni senza aver prima modificato l’approccio psicologico non serve. Bisogna innanzitutto coltivare la corretta mentalità in modo che le nostre azioni diano il massimo rendimento con il minimo sforzo.
Per ottenere i risultati che non hai mai ottenuto dovrai fare azioni che non hai mai fatto.
Non mi sostituirò nelle scelte relative all’impiego delle tue risorse economiche perché non lo considero corretto, ma ti darò alcuni strumenti che ho trovato interessanti ed efficaci per il raggiungimento del mio benessere finanziario.
E per te cosa è il Wellness Finanziario?
venerdì 20 marzo 2009
Il pullback sul grafico orario sul Forex
giovedì 19 marzo 2009
Banche Centrali e Price Action sul Forex
Alla prossima!
mercoledì 18 marzo 2009
Finalmente qualcosina long sulle azioni!
Anche il book si prestava a un'operatività veloce, in quanto solo pochi livelli significativi erano riempiti da proposte consistenti. Il primo era 1,25€ sul quale ho deciso di anticipare leggermente l'ingresso posto a 1,257-1,26. Così, ho comprato 2500 azioni a 1,25€. Stop loss "catastrofico" a 1,23€, ma come è mia abitudine sarei uscito anche prima nel caso in cui mi sarei accorto che il titolo tendeva a fare resistenze all'ascesa delle quotazioni. Il trade dura meno di un quarto d'ora e, con l'uscita a 1,276€, porto a casa 57 euro netti.
martedì 17 marzo 2009
100-esimo post e... ancora su market mover e Forex
Il trading non è qualcosa di complesso, bensì un'attività che richiede una certa sistematicità. Essere ripetitivi utilizzando qualcosa che funziona è un buon modo per dedicarsi professionalmente a questa attività. E i risultati non tarderanno ad arrivare... è una promessa!
Alla prossima!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it
lunedì 16 marzo 2009
Come operare con i dati macro sul Forex
Alle ore 11, osservando la forte ascesa dell'Euro contro Dollaro USA, ho capito che c'erano grosse possibilità che venisse premiato proprio l'Euro e magari anche contro lo Yen. Entro sul breakout di 127,54, stop loss sotto 127,43 (il minimo della candela di breakout sul grafico a 5 minuti) e out a 127,81. Tutto secondo il mio money management plan.
Alla prossima!
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it
sabato 14 marzo 2009
L'interventismo delle Banche Centrali sul Forex
La mossa a sorpresa della Swiss National Bank potrebbe sancire una vera e propria "guerra valutaria" con una ripresa di una politica di svalutazione monetaria dei Paesi le cui economie sono in grandi difficoltà. Quindi, non sono da escludere nuovi interventi delle Banche Centrali con l'obiettivo di svalutare la propria moneta per dare maggiore slancio all'economia.
Questo tema offre lo spunto per lanciare un nuovo sondaggio, che troverai negli appositi spazi sulla destra di questo blog. Alla luce di quanto ha fatto la Banca Svizzera, qualche valuta pensi possa essere interessata in futuro da un intervetismo della Banca Centrale con l'obiettivo di svalutarla per rilanciare la propria economia? Il dollaro americano? Lo Yen giapponese, dato che le esportazioni sono crollate e il Pil del IV trimestre ha segnato un -12,7 su base trimestrale? L'Euro, dopo il crollo della produzione industriale in Germania (-7,5% a gennaio)? Ancora la sterlina? O chi altro? Io intanto voto per lo Yen.....
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it
venerdì 13 marzo 2009
La nascita del baratto (parte II)
Detto questo, nella fase iniziale delle nuove comunità stabili, si sarà creato sicuramente il bisogno di avere delle difese contro gli attacchi delle bestie feroci e di altri gruppi rivali. Se prima, abitando nelle caverne, bastava controllarne l’ingresso, in un campo stabile e aperto le cose cambiarono radicalmente.
Innanzitutto una comunità che vuole sfruttare le risorse in modo continuo non può pretendere di trovare il terreno fertile e soleggiato con annessa grotta per rifugiarsi ma, molto probabilmente, troverà le condizioni ideali in riva ad un fiume in un zona pianeggiante (e senza grotte). Di conseguenza deve obbligatoriamente trovare altri stratagemmi difensivi. Il più naturale di questi è far crescere in numero la comunità.
Un accampamento di 100 persone è sicuramente più difficile da attaccare rispetto ad un gruppo di poche unità (nel caso di difesa da altri esseri umani) ed è statisticamente improbabile che un predatore si avventuri all’interno di un campo così popolato (tranne che sia tanto affamato da correrne il rischio).
A tal riprova, gli archeologi hanno trovato ai piedi delle Alpi trentine i resti di un villaggio del neolitico che secondo delle stime (in base alla grandezza) doveva contenere circa 400/450 persone. Considerate che è una comunità grande quasi come un odierno paesino di montagna.Il formarsi di comunità così grandi (anche solo di un centinaio di elementi) ha provocato uno sconquasso nella gestione economica.
Mentre prima ci si doveva preoccupare solo di scambi di qualche manufatto o eventualmente di persone, adesso le cose si erano nettamente complicate. Un gruppo così esposto (e grande) necessitava sicuramente di guardie. Inoltre la sopravvivenza della specie passava obbligatoriamente dallo sfruttamento ideale delle risorse naturali.
E’ probabile che le prime comunità stanziali fossero simili alle nomadi dove tutti facevano di tutto ma abitando vicini l’un l’altro. A mano a mano che esse si ingrandivano è logico che non tutti potevano avere una casa con annesso terreno da coltivare e gregge da allevare in quanto le abitazioni si sarebbero diluite in molto spazio facendole diventare tutte vulnerabili. La soluzione è stata quella di abitare tutti in un nucleo centrale ed avere le risorse attorno.
Man mano che diventavano più grandi, occorreva che anche i terreni coltivati e le greggi fossero ad alto rendimento (in modo da non essere troppo dispersivi) e quindi si sono create le specializzazioni lavorative. Chi ha fatto il contadino e chi l’allevatore, etc. Inoltre, se guardiamo cosa accade ai giorni nostri, possiamo vedere che per fattori personali (più che altro per il loro vissuto) alcuni sono più bravi in materie scientifiche, altri in quelle umanistiche, altri ancora nelle lingue oppure in lavori artigianali.
Allo stesso modo in quelle comunità, quando si è necessitato di avere personale specializzato per sfruttare le risorse al meglio, alcuni erano sicuramente più portati per lo sfruttamento del terreno, altri ad allevare animali, altri ancora a costruire.Ritornando a quello che dicevo prima, comunità così organizzate e quindi “ricche” facevano sicuramente gola necessitando di una difesa professionale (di un esercito insomma), di gente che sapesse costruire le armi, di gente che sapesse costruire i moduli abitativi etc.
Queste divisioni e specializzazioni del lavoro avvennero in modo naturale. Basta pensare a cosa accade quando degli amici vanno a giocare a calcio (o calcetto). In modo naturale, senza che nessuno dica niente (o quasi), ognuno si va a mettere nel ruolo che meglio sa portare avanti: io mi mettevo sempre come terzino destro ad esempio, altri tendevano a mettersi in attacco, qualcuno a centro campo ed uno in porta, in automatico senza che nessuno creasse una formazione stile allenatore di squadra professionale.
Non appena è cominciata a formarsi la specializzazione delle professioni si è creato automaticamente il problema del commercio all’interno della comunità. Infatti, un contadino che produce soltanto frutta e verdura non poteva mangiare carne o avere le capacità tecniche per costruirsi gli attrezzi o l’alloggio. Allo stesso modo un allevatore non poteva cibarsi di verdure ed un costruttore non avrebbe potuto nemmeno nutrirsi.
Occorreva quindi un mezzo per potersi scambiare i prodotti ed i servizi. Il sistema diventato poi una delle pietre miliari dell’economia si chiama “Baratto” ed in alcune nazioni è tutt’ora il mezzo più diffuso per commerciare.
A cura di Patrizio Messina
giovedì 12 marzo 2009
Strategie avanzate per mini day-trader
Uno dei titoli che avevo in watchlist, appunto Prysmian (simbolo: PRY), stava effettuando praticamente lo stesso movimento dell'indice di riferimento. Non è stato difficile così intervenire short a 7,24€ con 500 azioni non appena ho capito che esisteva una grossa possibilità che gli indici iniziassero una repentina discesa. Stop loss (mentale) posto a 7,28€. Rischio basso, rendimento atteso decisamente interessante.
Gli indici hanno cominciato a scendere decisi e, chiaramente, anche Prysmian si è accodato... Ho chiuso la posizione a una media di 7,117€ portando a casa 53,50 euro netti in 5 minuti circa. Il tutto seguendo alcuni principi basilari alla base del day-trading.
mercoledì 11 marzo 2009
Come sfruttare il panico da vendite in Borsa
Già lunedì 9 marzo avevo cominciato a interessarmi a Impregilo (simbolo: IPG), un titolo appartenente all’indice S&P/Mib40, in quanto mostrava un grafico decisamente propedeutico per ulteriori approfondimenti ribassisti. In quella seduta riuscivo a shortare (vendere allo scoperto) il titolo da 1,842 fino a 1,81 ottenendo circa 60 euro netti in pochi minuti (vedi anche il post di lunedì sul mio blog Crescita Finanziaria 3x), ma mancavo per un soffio il successivo spike ribassista (l’ultima ondata di vendite) che portava il titolo in pochi secondi fino a 1,73 con conseguente sospensione per eccesso di ribasso! Peccato! A fine seduta ecco come si presentava il grafico giornaliero del titolo.
Nella seduta di martedì 10 marzo ho continuato a seguire il titolo sempre alla ricerca di un punto di svolta del mercato (gli ND Point che spiego minuziosamente nel mio ebook). Dopo aver individuato un ND Point su una soglia psicologica rilevante (1,70), avevo anche notato che il titolo mostrava una certa debolezza nonostante l’indice principale di mercato stesse confezionando un rimbalzo verso l’alto abbastanza deciso.
Studiando il grafico intraday a 5 minuti ho visto che il titolo stava formando un triangolo discendente ribassista ed era vicinissimo ad effettuare il breakout del minimo di giornata posto a 1,721. Ho pensato così di anticipare il mio ingresso short a 1,72 piuttosto che sul breakout dell’ND Point posto a 1,70. In meno di 3 minuti i prezzi crollano fino in area 1,67 configurando un classico panico da vendite (panic selling). Esco a 1,684€ portando a casa 82 euro netti.
Da notare che il capitale investito, utilizzando leva 10 e considerando che ho venduto allo scoperto 2500 azioni a 1,72€, è stato pari a 430 euro per un ROI del 19% in circa 3 minuti. Questo è Trading a Capitali Ridotti!
Alla prossima!
A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it
martedì 10 marzo 2009
Mercati, operatori e opzioni
Il Forex e la Borsa merci non sono oggetto della nostra operatività, piuttosto ce ne serviamo per elaborare delle analisi macroeconomiche ed intermarket molto utili a fini previsionali. La nostra attenzione si pone sulla borsa valori, il cui centro è lo scambio di partecipazioni ed obbligazioni. Le partecipazioni sono le comuni azioni, dove gli acquirenti diventano soci e finanziatori interni, mentre le obbligazioni sono delle emissioni di debiti da parte delle società, infatti un obbligazionista diviene finanziatore esterno e creditore della società stessa.
Un ulteriore importante ramificazione del mercato finanziario sono i mercati dei derivati. Nei mercati derivati si scambiano strumenti finanziari derivati da determinati sottostanti scambiati nel mercato secondario. I derivati più importanti sono i futures e le opzioni. Ora che abbiamo definito grosso modo quelli che sono i principali strumenti finanziari, passiamo in rassegna i diversi operatori. Il prima tipologia è costituita dai risparmiatori, quest’ultimi sono spesso acquirenti delle obbligazioni, in quanto amano investire i soldi al sicuro (infatti sono definiti anche cassettisti) e con un rendimento accettabile nel lungo periodo.
Poi ci sono gli investitori, essi sono spesso azionisti, i quali sono consapevoli di accollarsi i rischi di impresa, ma che sul medio o lungo periodo possono beneficiare al contempo di probabili rendimenti più consistenti rispetto agli obbligazionisti a seguito dell’apprezzamento delle azioni e della cessione di eventuali dividendi. Infine come terza categoria ci sono gli speculatori, ossia degli operatori che investono nel mercato nel breve termine attraverso strumenti derivati che sfruttano la leva finanziaria. A questo punto siamo di fronte alla figura del trader vero e proprio, e cioè la posizione più rischiosa e allo stesso tempo potenzialmente più remunerativa che esiste nel mercato.Ora personalmente, sin dal mio approccio con il mercato finanziario capì che ero molto attratto dai guadagni consistenti e protratti nel breve periodo. Così mi trovai di fronte ad un bivio, e cioè se era meglio specializzarmi nei future o nelle opzioni. La mia scelta è ovvia, ed i miei maestri mi ci fecero arrivare con ragionamenti concreti e pratici.
Infatti io in quanto giovane e particolarmente poco solido a livello patrimoniale, mi resi conto che i future non facevano per me. Infatti essi se tenuti sino alla scadenza precludono l’obbligo di esercizio del lotto, e non solo, essendo strumenti di contrattazione a margine la potenziale perdita può protrarsi molto oltre il capitale investito.Così ho approfondito lo studio sulle opzioni e capii presto che le opzioni erano davvero una rivoluzione, perché inglobano tutti i vantaggi dei future scartandone tutti i pericoli connessi. Infatti le opzioni nonostante abbiano un bel effetto leva paragonabile a quello dei future, non precludono l’obbligo di esercizio, ed il capitale di rischio si ferma a quello investito ed usato per aprire la posizione. Come già detto all’inizio della mia carriera non avevo molti soldi, così mi specializzai nelle opzioni, ma fu la scelta migliore della mia vita, perché ancora oggi, che a livello finanziario sto molto bene, continuo ad operare con le opzioni, perché i future non mi hanno soddisfatto e sono molto meno flessibili in termini strategici rispetto alle opzioni.
Le opzioni possono avere come sottostante azioni, indici, valute, merci o tassi. Restrinsi ancor più il campo di analisi specializzandomi nelle opzioni su azioni (stock option). Infatti le opzioni su azioni sono in assoluto le migliori in quanto forniscono spunti fortemente concreti di analisi.
Ora chiudo rinfrescandovi il concetto di opzioni e sintetizzando il più possibile. Le opzioni possono essere o europee o americane. Io sono un operatore in opzioni americane, questa tipologia di opzioni si differenziano da quelle europee per il fatto che possono essere esercitate anche prima della scadenza. Come si può comprendere le opzioni americane sono perciò molto più flessibili rispetto a quelle europee, così non ho dubbi su quale tipologia usare. Le opzioni possono essere di tipo Call o Put.
Un’opzione Call costituisce il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare entro una certa scadenza 100 azioni ad un prezzo prefissato detto strike price, e pagando un corrispettivo premio. Badate bene che ho detto il diritto, ma non l’obbligo, infatti il compratore di un’opzione giunta alla scadenza, potrà scegliere se esercitare o rinunciare al suo diritto. Un’opzione Put invece costituisce il diritto, ma non l’obbligo, di vendere entro una certa scadenza 100 azioni ad uno strike price prefissato e pagando un corrispettivo premio.Il compratore di un’opzione Call ha aspettative rialziste, mentre il compratore di un’opzione Put ha aspettative ribassiste.Con un opzione Call o Put che sia, si ha a disposizione un contratto che controlla 100 azioni, perciò ogni variazione del sottostante deve essere moltiplicata per 100.
Infatti ammettiamo di possedere un’opzione con strike 70$, e dopo averla acquistata, e nello stesso giorno, il sottostante varia da 70$ a 75$. Se avessimo posseduto una sola azione avremmo guadagnato solo 5$, ma con un’opzione la variazione deve essere moltiplicata per 100 volte, così in questo caso avremmo guadagnato, senza tener conto di particolari calcoli matematico-finanziari, circa 500$! Approfittate di questi giorni di promozione, per pochi euro potete entrare in possesso di un ebook davvero completo e che vi guiderà verso i vostri primi profitti.
A Cura di Giovanni Romano
Autore de "Il Professionista delle Opzioni"
lunedì 9 marzo 2009
Il crollo delle Borse offre molte opportunità di trading
Ma, dopo qualche istante, il titolo crolla e avviene il cosiddetto panic selling che porta alla formazione di un clamoroso spike con bottom a 1,73€. Sospensione per eccesso di ribasso. Alla riapertura il titoli recupera tutto e torna in area 1,84€. Che volatilità! Peccato, si poteva lucrare di più. Anche io potevo probabilmente fare di più anche se avevo l'attenuante di essere tornato da Londra solo ieri sera e stamane mi sentivo ancora un pò intontito...
giovedì 5 marzo 2009
Una breve sosta per liberare la mente e ripartire alla grande!
mercoledì 4 marzo 2009
Il breakout di un ND Point nel Forex
martedì 3 marzo 2009
Come può un trader sviluppare un buon istinto?
Dunque, per sviluppare un buon istinto studia alcune strategie di trading concettualmente valide come quelle che ho presentato nel mio libro Trading a Capitali Ridotti. Mettile in pratica considerando il tuo livello di tolleranza al rischio e ripetile con regolarità. Con il tempo sono certo che svilupperai l’istinto necessario per lavorare efficacemente sui mercati. E’ una promessa…
A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it
lunedì 2 marzo 2009
Riflessioni sugli scenari futuri dei mercati finanziari
domenica 1 marzo 2009
La differenza tra il "gap" e il "lap"
Gap down su Prysmian
Gap up su Danieli & C
Il lap, invece, è il vuoto di prezzo che esiste tra l'apertura di oggi e la chiusura di ieri. Quando l'apertura di oggi è inferiore alla chiusura di ieri si parla di lap down. Viceversa, se l'apertura odierna è maggiore della chiusura di ieri abbiamo un lap up.
Lap down su Telecom Italia
La distinzione tra gap e lap è fondamentale e su di essa si basano diverse strategie legate all'operatività giornaliera (day-trading). Ma di questo ne parleremo più avanti...
Alla prossima!