mercoledì 29 aprile 2009
Il "boomers" fa volare Eems!
martedì 28 aprile 2009
L'influenza suina fa tremare le Borse
lunedì 27 aprile 2009
Piccola ripetizione sul 3 Wakeup Call
venerdì 24 aprile 2009
L'esplosione di volatilità su Dada porta i primi doni...
In realtà, oltre al trade multiday iniziato a 5,49 con stop loss iniziale sotto il minimo di oggi posto a 5,25, ho pensato di sfruttare il momentum venutosi a creare a seguito del breakout di 5,49 entrando con altri 700 pezzi a 5,50 per uscire poco dopo a 5,585. Risultato: oltre 50 euro netti.
Alla prossima!
giovedì 23 aprile 2009
Attenzione a Dada...
Ora tocca a te! Completa l'analisi grafica di questo titolo e verifica se ci sono le condizioni per lavorarlo in base al tuo livello di tolleranza al rischio. Buon lavoro...
martedì 21 aprile 2009
Dalla Moneta al Signoraggio (parte V)
La monete di base era il Sesterzio. Seguendo un documentario in TV nel periodo in cui stava per entrare in circolazione l’euro (che disquisiva a riguardo del fatto che dopo 1500 anni ritornavamo ad avere una moneta unica in tutta Europa esattamente come al tempo dell’Impero Romano), valutavano un sesterzio pari a circa 2 euro attuali (in base a ciò che con esso si poteva comprare nell’anno 1 d.C.).
Il sottomultiplo del sesterzio era l’Asso che valeva 1/4 di sesterzio (0,50 euro); seguivano poi 1/2, 1/3, 1/4, 1/6 ed 1/12 di asso (a formare qualcosa come circa 4 centesimi di oggi). A salire c’erano i sesterzi di bassa taglia (fino a dieci) di rame e poi iniziavano quelli in argento ed infine in oro per grossi valori.
Visto che le monete di piccolo taglio erano di rame (che vale molto poco), automaticamente le monete non avevano più un valore intrinseco pari a quello coniato sopra di esso. Cioè sopra la moneta c’è scritto un sesterzio ma in realtà la moneta in se vale molto meno. Questa differenza (valore coniato meno il valore effettivo o intrinseco) si chiama signoraggio.
Lo stato emetteva queste monete come pagamento per i servizi resi dai cittadini diventando conseguentemente un mezzo per produrre ricchezza. Purtroppo fuori dall’impero le monete costruite con materiali non nobili non avevano alcun valore e, quindi, si commerciava con l’estero solo con monete d’oro e d’argento.
Visto che il signoraggio creava ricchezza nell’immediato, i vari regnanti pensarono bene di applicare tale misura anche alle monete d’oro miscelando quest’ultimo con argento o rame. In pratica, se una moneta doveva essere formata da 20 grammi d’oro, il regnante dava ordine di miscelare 5 grammi di rame insieme a 15 di oro e formare comunque una moneta da 20 grammi.
Il sistema era sicuramente geniale, se non fosse stato per il fatto che i commercianti delle altre nazioni non erano degli stupidi. Considerando che la moneta ha un valore intrinseco inferiore, sarebbero occorse più monete per comprare un determinato bene o servizio. Se prima insomma con una moneta d’oro si compravano 10 anfore d’olio, dopo aver mischiato un quarto di rame insieme all’oro, si sarebbero potute comprare solo 7,5 anfore d’olio con quella “nuova” moneta.
A questo punto 10 anfore d’olio costavano 1,33 “monete d’oro” anziché 1 sola moneta d’oro vero con un evidente ripercussione sul prezzo al dettaglio dell’olio stesso. Moltiplicando questo fatto con tutte le merci importate impose ai cittadini romani di aumentare i ricavi del loro lavoro in modo tale da far fronte all’aumento dei prezzi al consumo. In questo modo nacque la sempre attuale inflazione.
Nei circa 1000 anni di esistenza dell’Impero Romano, l’inflazione ha fatto aumentare il prezzo medio della vita di 25 volte. In realtà, oltre a miscelare l’oro con il rame, vi erano altri elementi che portavano i prezzi ad avere una spinta inflazionistica: il fatto che le monete non in oro erano scambiate all’interno dell’impero come dei loro sottomultipli (cioè se una moneta d’oro valeva 500 sesterzi, non si poteva impedire ad cittadino di andarli a scambiare i sesterzi in rame con quelli in oro) quindi la creazione di tutte quelle monete senza valore intrinseco ma con valore ufficiale contribuivano a far aumentare l’inflazione stessa.
A Cura di Patrizio Messina
Autore dell'ebook Autoconsulenza Finanziaria
Eccezionale short su Exor!
Tra i tanti titoli in odore di ribasso c'era anche Exor che stava formando uno strettissimo consolidamento tra 10,27 e 10,22.
Quando ho visto l'indice scendere in modo violento, ho colpito il "denaro" a 10,22 entrando short con 500 pezzi e ho atteso l'evoluzione della congestione.
Da lì a poco i prezzi hanno messo a segno una discesa velocissima fin sotto i 10 euro. Decidevo così di chiudere il trade a 9,95, portando a casa ben 127 euro netti.
Alla prossima!
lunedì 20 aprile 2009
Breakout di volatilità su Unicredit!
sabato 18 aprile 2009
Breakout di un ND Point su Esprinet
Vediamo ora cosa è accaduto ieri nell'intraday a seguito del breakout.
Il breakout ha portato i prezzi fino a 5,575 in un quarto d'ora circa. Un'ottima opportunità di guadagno veloce, non trovi?
venerdì 17 aprile 2009
Giornata è fatta grazie a una nostra vecchia conoscenza...
giovedì 16 aprile 2009
Un gran bel viaggio su Fondiaria...
Alla prossima!
mercoledì 15 aprile 2009
Un trade intraday un pò particolare...
La mia prima scelta diventa Fiat Risparmio ma non riesco ad acquistare il titolo a 4,55 e assisto da spettatore alla salita fulminea oltre i 4,60. Vado così su Exor e, senza pensarci più di tanto, compro 500 azioni a 9,81. Dopo qualche minuto di calma apparente, i prezzi iniziano a salire con forza fino a sfiorare la soglia dei 10 euro. Mi accorgo che la resistenza di 10 è davvero forte così preferisco uscire a 9,93 portando comunque a casa 52 euro netti.
Alla prossima!
lunedì 13 aprile 2009
La semplicità come punto d'arrivo...
venerdì 10 aprile 2009
Un buon trade intraday su Piaggio
giovedì 9 aprile 2009
Quanto tempo dedicate a migliorarvi come trader?
mercoledì 8 aprile 2009
Attenzione a...
martedì 7 aprile 2009
Come identificare un rally mattutino pronto a invertire la rotta
lunedì 6 aprile 2009
La nascita della moneta (parte IV)
Occorreva a questo punto una merce di scambio che per tutte le popolazioni (da qualsiasi parte del mondo aggiungerei io) fosse accettata a prescindere dalle proprie tradizioni culinarie. La “moneta di scambio” adottata fu l’oro (considerate che l’evolversi di tutte le idee sopra descritte hanno impiegato secoli e secoli per essere attuate, e nel frattempo l’uomo aveva conquistato la capacità di lavorare i metalli). Rapidamente tutti i popoli hanno basato le loro ricchezze sui possedimenti auriferi. Per facilitarne l’impiego e renderlo quindi un mezzo che avesse proprietà di tipo frazionabile, fu lavorato in modo tale da avere dimensioni piccole e maneggevoli. La forma più comune fu il disegno discoidale vero e proprio antenato delle monete.
Le monete d’oro avevano tutti i vantaggi richiesti per il baratto. Erano frazionabili (anche se per il commercio interno alle comunità era scomodo per via del suo alto valore), non deperivano, venivano accettate da tutti, erano facilmente stoccabili e non presentavano costi per il mantenimento. Ma rapidamente si presentarono i primi problemi.
Ogni comunità dava alle proprie monete forme e pesi differenti quindi era problematico, di volta in volta, stabilire se la moneta di un villaggio valesse più o meno di quella di un altro. Per superare quest’ostacolo, ogni regnante (nel frattempo i villaggi erano diventati molto grossi ed in un territorio erano presenti molti villaggi a formare un piccolo stato) impresse le effigi del proprio regno sulla moneta creando di fatti i primi tipi di conio. I mercanti internazionali avevano quindi una tabella con i rapporti di scambio fra le varie monete (un primo esempio di forex elementare).
tutte le monete furono delimitate da un cerchio (o da un altra forma decisa dal regnante) che ne delimitava i contorni e le misure affinché quella fosse riconosciuta valida. E’ logico che se una moneta non presentava tutto il “cerchietto” attorno integro significava che qualcuno avesse asportato dei trucioli d’oro e, quindi, che non aveva più il peso in oro dichiarato (cioè valeva meno). Di conseguenza non avrebbe più avuto il valore comunemente accettato (in pratica, diventavano fuori corso).
Autore dell'ebook Autoconsulenza Finanziaria
sabato 4 aprile 2009
Effetto "ritardato" dei tassi di interesse
Lo scopo delle politiche monetarie è raggiungere l’equilibrio tra la domanda e l’offerta di moneta. La domanda di moneta è influenzata dal reddito (y) degli operatori sociali, unico parametro non controllabile dalle banche centrali, e dai tassi di interesse (i), mentre l’offerta di moneta (m) dipende dalla quantità di nuovo denaro immessa nel mercato, infatti ogni qual volta si stampa nuovo denaro la banca lo inserisce nel sistema acquistando titoli nel mercato finanziario (al contrario il ritiro di denaro dal sistema lo si effettua liquidando gli stessi titoli che la banca centrale possiede in portafoglio). L’equilibrio si raggiunge perciò “giocando” correttamente con tassi e offerta monetaria. Un aumento dei tassi necessita una riduzione dell’offerta monetaria per avere l’equilibrio del sistema, mentre una diminuzione dei tassi necessità l’aumento dell’offerta monetaria.
Ma l’effetto deflazione è stato provocato dalla politica delle banche dell’estate scorsa, quando i tassi erano alle stelle ed il ritiro di denaro è stato notevole. Ora per vedere gli effetti di questa nuova politica a tassi ridottissimi ci vorrà più o meno la fine del 2009. Mi trovo perciò perfettamente d’accordo con l’opinione del governatore federale della FED, Jaffrey Lacker, secondo cui il tramonto del 2009 segnerà la fine della recessione e l’inizio della ripresa. Anche se non condivido la bizzarra politica dei tassi, a mio avviso troppo ridotti, si parla di una riduzione eccessiva fino a 0-0,25%, e che affatica il mercato dei corporate bond e Treasury bond (fonte di finanziamento primaria delle imprese pubbliche e private).
Autore dell'ebook "Il Professionista Delle Opzioni"
giovedì 2 aprile 2009
Breakout di un ND Point sul Forex
mercoledì 1 aprile 2009
Sempre su market mover, sterlina e Forex...
Alla prossima!