mercoledì 31 dicembre 2008

Auguri a tutti per un meraviglioso 2009!

Ultimo giorno dell'anno. E' tempo di bilanci, ma anche il momento giusto per stilare la propria lista degli obiettivi personali, professionali e finanziari per l'anno nuovo. Forse si tratta di una pratica che non avete mai fatto. Ebbene, in passato nemmeno io scrivevo i miei obiettivi per il nuovo anno, anzi mi ritrovavo a essere deriso quando lo suggerivo a qualcuno. In realtà, scrivere gli obiettivi (su carta, si intende...) aiuta ad avere con sè una bussola che dovrà dirci in ogni momento se stiamo percorrendo la direzione giusta verso i target prefissati ex ante.

Per quanto riguarda il bilancio del 2008 posso ritenermi assolutamente soddisfatto per i risultati ottenuti sia da un punto di vista professionale che finanziario. Ho vissuto il primo vero mercato ribassista da quando ho iniziato a fare il trader e devo dire che sono rimasto sorpreso dalla paura di molti colleghi - tra l'altro navigati - nell'affrontare una simile situazione. Da qui ho capito che è importante non farsi trascinare in uno status di paura dagli altri quando, invece, si è perfettamente in grado di gestire la situazione e, anzi, di guadagnare importanti cifre.

Ogni anno che passa si riesce ad apprendere qualcosa in più non solo da un punto di vista tecnico ma anche nella sfera emotiva, riuscendo a padroneggiare sempre meglio l'emotività inevitabile quando si opera sui mercati finanziari. Insomma, una crescita perenne che ristora in modo costante la passione per un'attività meravigliosa che è quella dell'investitore e, nel mio caso, anche di formatore, scrittore e consulente.
Auguri a tutti voi che seguite con attenzione le umili pagine di questo blog, con la promessa di aumentare i contenuti in modo esponenziale al fine di contribuire in maniera sempre più robusta alla vostra preparazione nel settore degli investimenti. Un grazie di cuore a tutti e buon 2009!!!

Nicola D'Antuono


martedì 30 dicembre 2008

In corso d'opera... (second act)

Credito Valtellinese ha brekkato la soglia psicologica dei 7€ con volumi importanti e si è spinto fino a 7,055€. C'è stato poi il test del supporto (ex resistenza) di 7€, al momento positivo. Ciò può far cambiare leggermente la strategia iniziale e diventare maggiormente conservativi, considerando la forte perdita di momentum dell'indice principale di mercato e i volumi esigui, dovuti alla mancanza di operatori "forti" a causa dei giorni festivi. Quindi, si potrebbe alzare lo stop loss proprio sul livello di ingresso ipotizzato stamattina (7€), andando così praticamente in free-trade. Insomma, da ora si rischia zero o quasi. Al momento, inoltre, l'inclinazione della EMA20 sul grafico a 10 minuti fa sperare in un proseguimento del trend rialzista nel corso di questa seduta. Staremo a vedere, ma molto dipenderà anche dall'apertura di Wall Street.

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

In corso d'opera...

Come sempre premetto che con questo post non voglio invitare nessuno a investire sul titolo di cui vi parlerò tra poco. Semplicemente voglio continuare a darvi indicazioni che vi aiutino a capire sempre meglio il mio modo di selezionare i titoli e le successive modalità di intervento.
Ebbene, sto tenendo d'occhio Credito Valtellinese (simbolo: CVAL) che cincischia sotto la soglia psicologica dei 7 euro. Se supera questo livello penso proprio di entrare long con stop loss sotto 6,955€. Quindi, è anche un trade a basso rischio...

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

lunedì 29 dicembre 2008

Da una richiesta di un lettore, ecco le "cluster area"...

Un lettore mi ha chiesto, con impagabile cortesia, di approfondire l’argomento relativo alle cluster area, mostrando magari qualche esempio, e io lo faccio volentieri.

Una cluster area è un’area critica del prezzo dove è ricaduta spesso l’attenzione degli operatori. Ho parlato delle cluster area anche nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti, soprattutto quando è stato affrontato l’argomento relativo all’identificazione degli ND Point.

Dunque, una cluster area identifica dapprima una situazione in cui i prezzi hanno esercitato una pressione in acquisto tale da bloccare la discesa dei prezzi e formando così un supporto; poi, dopo il breakdown del supporto, i prezzi hanno esercitato una pressione in vendita tale da impedire un’ulteriore risalita dei prezzi formando una resistenza. Ecco che si forma una cluster area! Chiaramente, vale anche la versione opposta (prima resistenza e poi supporto).

Se il concetto dovesse apparire ancora complicato, ecco un esempio definitivamente chiarificatore. Esso è relativo a un titolo illiquido quotato al segmento AllStars di Borsa Italiana: Dea Capital (simbolo: DEA), ex Cdb Web Tech.

Su Dea Capital abbiamo una cluster area a 3€, che corrisponde a un ND Point posto anche su una soglia psicologica (infatti 3 è un numero intero). Dopo la rottura al ribasso del supporto, i prezzi congestionano, con una forte contrazione della volatilità, proprio sotto 3 euro (ex supporto e ora resistenza). Il breakout di questo ND Point provoca un allungo al dir poco eccezionale dei prezzi.

Alla prossima!

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

domenica 28 dicembre 2008

Attenzione a questa interessante compressione di volatilità...

Nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ho spiegato la strategia relativa alle compressioni di volatilità (pp. 96-101) presentandola come una delle migliori opzioni che ha un mini day-trader per implementare operazioni speculative di breve periodo senza rischiare molto in termini di stop loss (espresso in percentuale). Infatti, una volta identificata la compressione di volatilità su un certo titolo, bisogna soltanto “ingabbiare” il prezzo in un box evidenziando contestualmente sia l’estremo alto della congestione sia quello basso. Questo procedimento permette di conoscere i livelli del prezzo più significativi sui quali eventualmente intervenire.

Per capire bene le compressioni di volatilità, oggi voglio presentarvi la situazione in cui si trova un titolo illiquido quotato alla Borsa di Milano - sul segmento AllStars - e appartenente al comparto del luxory. Si tratta di Aeffe (simbolo: AEF). Premetto che la mia spiegazione ha fini puramente didattici e non è una sollecitazione all’investimento sul medesimo titolo, anche perché questa non è la sede adatta e non prevede l’erogazione di un servizio di consulenza ad personam. Il mio obiettivo è mostrarti il mio modus operandi quando noto simili situazioni. Fatta questa necessaria premessa, procediamo con la spiegazione del grafico relativo ad Aeffe.

Come si nota dal chart daily in alto, il titolo ha avuto una reazione importante dai minimi storici posti a 0,474 (17 novembre 2008) che ha portato i prezzi a sfiorare area 0,70 in circa dieci giorni con volumi molto elevati (praticamente una performance vicina al 50%). Da qui i prezzi hanno cominciato a congestionare all’interno di un rettangolo compreso tra 0,698 e 0,60, evidenziando una decisa contrazione della volatilità (che è possibile notare anche con la presenza di numerose narrow range, cioè candele con range ridotto). Inoltre, i ratei di volatilità sono da 8 sedute consecutivi sotto la fatidica soglia di 0,5 (vedi istogramma rossa sotto il grafico dei prezzi) e anche il BandWidth si è “sdraiato” sul minimo degli utlimi 3 mesi (senza contare lo squeeze delle Bollinger bands). Insomma, diversi elementi che evidenziano lo stato di forte contrazione di volatilità sul titolo.

Un trader con orizzonte temporale a più giorni potrebbe intervenire al rialzo sul titolo se, e solo se, il prezzo raggiunge 0,70 (soglia psicologica e nuovo massimo a due mesi) con stop loss iniziale sotto il minimo della candela di breakout e target potenziale in area 0,80 (dato che ci sarebbe una cluster area). Un’altra opzione sarebbe quella di acquistare sulla debolezza, cioè se il prezzo ritorna nuovamente ad avvicinarsi a 0,60 (diciamo in area 0,63-0,64). Invece, un trader di brevissimo periodo (scalper e/o day-trader) potrebbe intervenire al superamento di 0,698-0,70 per lucrare l’eventuale veloce e forte movimento rialzista che ne potrebbe scaturire fino a 0,73-0,74. Insomma, il classico “mordi e fuggi”.

Eviterei di pensare a operazioni di short selling dato che, oltre al divieto ancora in corso diposto dalla Consob almeno fino al 31 dicembre 2008, su questi titoli a basso flottante risulta più difficile trovare intermediari che offoro lo short multiday a prezzi contenuti.

Capitolo position sizing (dosaggio del capitale di ingresso): eviterei di esagerare con i quantitativi. Un mini day-trader potrebbe guadagnare molto anche utilizzando un capitale molto basso (diciamo 2500-3000 pezzi). Sarà importante valutare sempre la propria tolleranza al rischio e decidere solo successivamente la quantità da utilizzare, seguendo magari le formule segnalate nel mio ebook nella sezione relativa alla gestione dei rischi.

Buona giornata a tutti e a presto!

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

sabato 27 dicembre 2008

Da gennaio la grande novità sarà il FOREX!

Generalmente quando imparo a fare qualcosa nel settore degli investimenti, cerco poi di trasmetterla ai miei allievi e ai miei abbonati divulgando strategie molto semplici, facili da applicare e che consentano di ridurre il più possibile i rischi. Ebbene, dopo mesi e mesi di studio e analisi approfondite, ho deciso di trasmettere le mie conoscenze su un mercato incredibile dal punto di vista degli scambi e che consente di muoverci con serenità senza tener conto necessariamente del nostro stile operativo. Sto parlando del Forex.

Dal 3 gennaio 2009 ho incluso, nella mia newsletter di informazione finanziaria TRADERS TRUTH™, una nuova sezione appositamente dedicata senza alcun sovrapprezzo. Si tratta di una sensazionale novità che consentirà ai lettori di apprendere i meccanismi che si celano dietro a questo così affascinante mercato senza dover spendere alcun euro! Penso che la cosa sarà gradita da tutti voi…

Quale sarà il vantaggio di seguire questa rubrica? Chiaramente, è un buon modo di aumentare il proprio bagaglio di conoscenze in un’altra nicchia del settore degli investimenti finanziari. Sarà il lettore, poi, a decidere se questo mercato sarà “compatibile” con il suo stile operativo, per cui potrà decidere anche di non eseguire – all’inizio - eventuali consigli operativi ma soltanto effettuare simulazioni per verificarne l’efficacia dal punto di vista del risk/reward ratio.

Se vuoi leggere la brochure informativa completa sul servizio, non devi far altro che richiederla gratuitamente inviando una e-mail a info@miniday-trading.it specificando nell’oggetto “INFO NEWSLETTER”.

Il Forex è il più grande mercato finanziario mondiale
con una media di scambi giornaliera che si avvicina ai 2000 miliardi di dollari! Inoltre, sembra che il 95% degli scambi sia frutto della speculazione. Ormai, anche in Italia sono nati diversi intermediari che consentono di lavorare il mercato dei cambi anche a fronte di depositi irrisori. Non si pagano commissioni, né c’è da osservare i movimenti nel book in quanto non esiste “profondità” (insomma, il book ha un solo livello di prezzo in “denaro” e in “lettera”). Gli spread sono ormai molto competitivi soprattutto sul cross Euro/Dollaro statunitense, ma anche sulle altre valute (yen, sterlina, dollaro australiano, dollaro neozelandese, franco svizzero, rand sudafricano, etc.). Si possono implementare strategie di posizione (a più giorni, con orizzonte temporale anche di diverse settimane) e/o di breve respiro (da pochi minuti al giorno), sfruttando anche l’impatto delle variabili macroecnomiche.


Su questo blog ti informerò periodicamente delle potenzialità del Forex postando numerosi articoli con informazioni dettagliate sulla struttura di questo mercato e sulle possibili strategie da attuare. Vuoi un piccolo assaggio? Ricordi le contrazioni di volatilità che spiegavo per lavorare le azioni italiane? Ebbene, guarda un po’ come riescono a muoversi le valute sfruttando questa proprietà della volatilità e la presenza di alcune figure ricorrenti nell’analisi tecnica…

Alla prossima!

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

venerdì 26 dicembre 2008

3 Wakeup Call, accumulazioni e congestioni

Gran parte degli articoli postati ultimamente spiega il funzionamento del pattern 3 Wakeup Call in diversi contesti di mercato. Questo pattern, spiegato minuziosamente nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti, rappresenta il fiore all’occhiello dell’operatività di un mini day-trader. Infatti, esso offre ottime oportunità di profitto in poco tempo lavorando un titolo interessato da una forte esplosione dei prezzi e dei volumi.

Tuttavia, può accadere che un 3 Wakeup Call non sia immediatamente propedeutico per una forte esplosione del prezzo. Infatti, esiste anche la possibilità che i grandi investitori istituzionali non completino subito la loro fase di accumulazione su un determinato titolo, per cui non hanno interesse a dare la spinta decisiva per determinare l’esplosione dei prezzi. Oggi, voglio proprio parlarti della situazione in cui un 3 Wakeup Call viene seguito da una fase di congestione e, quindi, di leggera contrazione della volatilità, prima dell’esplosione vera e propria.

L’esempio che ti mostro riguarda Acotel Group (simbolo: ACO), un titolo illiquido del segmento AllStars. Il grafico di breve-medio periodo mostra come i prezzi abbiano tagliato al rialzo il canale ribassista che li teneva bloccati in un bearish tunnel fino a quel momento senza uscita. Proprio grazie al 3 Wakeup Call, i prezzi riescono a fuoriuscire da questa situazione negativa e poi iniziano una congestione di tre sedute sotto la soglia psicologica di 60€.


Ora stringiamo un po’ lo zoom e arriviamo a studiare il chart daily del titolo dopo la comparsa del 3 Wakeup Call. Si nota così la fase di congestione sotto area 60€. In questi casi, predispongo i miei allarmi ogni giorno per intervenire al rialzo al superamento di suddetta soglia psicologica (ND Point).
Il 2 aprile 2008 avviene un movimento abbastanza interessante nel book del titolo e comincio a notare una forte pressione in acquisto. Vediamo cosa è successo…


I volumi iniziano ad aumentare sempre di più e, senza esitare, entro long a 60€ con i miei 40 pezzi (investimento iniziale: 2400€). Lo stop loss “catastrofico” iniziale viene posto a 58€, ma chiaramente avrei chiuso molto prima il trade se mi accorgevo che il breakout non fosse esplosivo.

Comunque, i prezzi iniziano a salire con forza e vendo i miei 40 pezzi a 61,72€ (perdendomi l’ultima fase di rialzo dei prezzi fin sotto area 63,50€).


Il profitto netto dell’operazione è stato di 61 euro circa. Durata del trade: circa 15 minuti.

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

mercoledì 24 dicembre 2008

Che 2009 sarà?

Caro lettore, ho pensato di inserire la mia intervista che ho rilasciato per la rubrica "BOTTA E RISPOSTA" per la newsletter Italian Trading Forum (la più grande del settore con oltre 100.000 contatti), curata come sempre in modo esemplare da Diego Pastorino, consulente per strategie web e costruzione di comunità online.
La domanda è stata la seguente: L'anno si chiude in bellezza con il crack di Madoff...Non vi chiedo come andranno i mercati nel 2009, mi sembra banale. Vi chiedo invece che mercati saranno, quali strategie adottare, quale asset allocation privilegiare, quali asset class preferire e con quali strumenti.
Di seguito la mia risposta:
Con il costo del denaro negli Stati Uniti pari a zero diventa necessario delineare nuove strategie di asset allocation per il 2009, chiaramente molto differenti rispetto al contesto di qualche mese fa. La decisione presa dalla Fed di azzerare il tasso ufficiale di sconto ha chiaramente avuto una forte ripercussione sui rendimenti delle obbligazioni. Ad esempio, la curva dei tassi a lungo termine è quella che ne ha risentito di più evidenziando nuovi minimi storici per il T-Bond a 10 e 30 anni. La strategia degli ultimi mesi è stata quella fedele al motto king is cash, cioè "la liquidità è sovrana". Ora le condizioni sono cambiate con i bond governativi che hanno perso decisamente appeal. Questa situazione potrebbe sancire un ritorno verso gli asset più rischiosi, come le azioni. D'altronde, gli investitori dovranno andare alla ricerca di rendimenti reali (cioè depurati dall'inflazione) certamente più elevati rispetto a quelli negativi che si avrebbero ora puntando sulle obbligazioni. Insomma, senza esagerare troppo con i quantitativi consiglierei di iniziare a pensare a un piano di accumulo su base mensile su qualche Etf legato all'Azionario (ad esempio, se si vuole puntare sull'Azionario Europa c'è l'Etf Dax Lyxor che mi sembra interessante) arrivando a un massimo del 30-40% del proprio portafoglio di investimento (coloro che sono meno avversi al rischio potrebbero, invece, pensare a una quota anche inferiore). Per il resto, opterei nel rimanere sulla curva dei tassi a breve e su qualche altro strumento low risk in attesa di nuove schiarite dal punto di vista macroeconomico.
A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

martedì 23 dicembre 2008

Buone feste a tutti!


Il 2008 sta volgendo al termine in un clima generalizzato di crisi e di timori per un futuro prossimo sempre più difficile dal punto di vista finanziario. Tuttavia, se si è preparati da un punto di vista finanziario, la crisi diventa soltanto una normale fase del ciclo economico da studiare con attenzione per scoprire eventuali opportunità di profitto.

A tal proposito, voglio ricordarti l’importanza della formazione come strumento imprescindibile per la tua crescita personale, professionale e finanziaria. Un “segreto” facilmente alla portata di tutti, ma stranamente non sempre preso in considerazione.

Nel mio piccolo, cercherò di aiutarti – se lo riterrai opportuno – dal lato finanziario lanciando il nuovo progetto legato alla newsletter TRADERS TRUTH™, arricchita con contenuti di altissima qualità e che abbraccerà diversi mercati finanziari. Dal 3 gennaio 2009 sarà certamente la grande novità nel settore dell’informazione finanziaria!

Ora, invece, con l’arrivo del Santo Natale e l’imminente anno nuovo, voglio augurarti tanta serenità da condividere con le persone a te più care e prima di tutto con te stesso. Ti auguro vivamente di riorganizzare nel migliore dei modi le tue risorse psico-fisiche per ripartire alla grande nel nuovo anno!

I miei più sinceri auguri di BUON NATALE!!!

Nicola D’Antuono

sabato 20 dicembre 2008

3 Wakeup Call e "soglie psicologiche"

Nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ho spiegato i diversi modi per sfruttare i 3 Wakeup Call. Adesso voglio parlare di come intervenire quando l’ND Point è posto su una “soglia psicologica”. Vediamo subito un esempio. Il 16 dicembre si è formato un 3 Wakeup Call con volumi altissimi e ben oltre la media mobile a 30 sedute su Elica, un titolo illiquido quotato sul mecato azionario italiano (MTA). La candela formatasi era una long marubozu che, nell’analisi candlestick, identifica una seduta in cui i compratori hanno avuto una supremazia assoluta sui venditori. Il massimo della seduta (uguale anche alla chiusura) è stato 0,99€, cioè appena sotto la soglia psicologica di 1 euro. A quel punto, si può decidere l’intervento rialzista il giorno dopo se, e solo se, viene superata la suddetta soglia.

Il giorno dopo i prezzi effettuano il breakout nei primissimi minuti di contrattazione. Considerando l’elevato momentum e la volatilità del titolo oggetto di analisi (appartenente al paniere AllStars di Borsa Italiana), è facile ipotizzare – in caso di break esplosivo – un allungo anche fino alla sospensione per eccesso di rialzo. Infatti, nel giro di un quarto d’ora, il titolo raggiunge 1,09€ e viene sospeso.


Si tratta di un’ottima opportunità di profitto anche utilizzando un capitale molto ridotto. Ad esempio, con 2000 euro – quindi con 2000 pezzi entrando a 1€ - si potevano guadagnare fino a 180 euro lordi in meno di quindici minuti e senza nemmeno tante difficoltà nell’effettuare la vendita, considerando che il book piano piano attira numerosi trader. Senza parlare dello stop loss che diventava 0,99€ dopo il break di 1€. Praticamente rischio prossimo allo zero!

Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione di come è possibile fare trading con capitali molto bassi ma con ottime opportunità di profitto.

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

venerdì 19 dicembre 2008

130 volte... GRAZIE!

L’ebook Trading a Capitali Ridotti ha riscosso un notevole successo. Si tratta di un dato inconfutabile. In venti giorni è stata ampiamente superata quota 100 vendite (mentre scrivo, siamo oltre 130 copie vendute, ndr) aggiudicandosi il “premio” come Top Ebook Dicembre nella categoria “Borsa” e rientrando tra i primi 5 best-sellers di dicembre della casa editrice Bruno Editore.

A tal proposito ringrazio la Bruno Editore Tutta (5400 visite ricevute come autore sono tante…) per avermi dato la possibilità di divulgare – attraverso un linguaggio semplice e finalizzato all’operatività pratica – le mie conoscenze acquisite in anni di esperienza nel settore più affascinante che esiste: la Borsa. Un ringraziamento va anche agli affiliati della dinamica casa editrice romana che – credendo nelle potenzialità dell’ebook – hanno deciso di promuoverlo al più vasto numero di persone possibili, e non solo agli addetti ai lavori.

Alla prossima!

A cura di Nicola D’Antuono – info@miniday-trading.it

Operatività e coaching allo stesso tempo, si può?

Nella giornata di giovedì 18 dicembre sono stato impegnato in una importante seduta di coaching con un allievo di grande talento con il quale ho scambiato idee e nozioni di analisi grafica per più di due ore. L’argomento trattato è stato molto impegnativo da un punto di vista della concentrazione, dovendo parlare di sistemi di trading da implementare sulla piattaforma ProRealTime.com e di configurazioni grafiche ricorrenti (pattern) maggiormente affidabili. In simili situazioni non è facile seguire attentamente il mercato, così ho provato a osservare i titoli di mio interesse solo nel momento in cui si avvicinavano con una forte pressione in acquisto verso i miei livelli di allerta.

Il risultato a fine mattinata è stato più che soddisfacente considerando il mio impegno “attivo” sul mercato di appena 10 minuti… Ciò dimostra che non è importante stare incollati davanti al monitor per tutta la seduta e che l’efficienza può essere tranquillamente raggiunta lavorando in determinate fasce orarie o solo nel caso in cui un titolo raggiunge un ND Point.

Prima che il mio allievo raggiungesse il mio ufficio, avevo lavorato Fastweb sul breakout intraday della prima mezz’ora da 21,30€ fino a 21,44€ con 280 pezzi per un net gain di 31,20€. In realtà, siccome eravamo giunti in un’area di resistenza mentre il mercato stava progressivamente perdendo colpi, avevo pensato che era molto concreta la possibilità di un falso breakout. Salvo poi osservare da lì a poco la cavalcata trionfale del titolo fino a pochi passi da area 22€. Peccato! Ma, come si dice nel settore, vendi, guadagna e pentiti!!!

Dopo mezzogiorno noto una nuova opportunità in scalping. Blocco per un attimo la lezione e seguo la forte pressione in acquisto su Impregilo sull’ND Point 2,02€, dopo una serie di narrow range negli ultimi giorni. I volumi sono alti e il livello in “lettera” decisamente consistente. La rottura porta velocemente i prezzi fino a 2,04€ dove c’è un nuovo “muro” da superare con oltre 85.000 pezzi. Vendo così a 2,0375€ i 2500 pezzi acquistati due minuti prima a 2,02€. Risultato netto: 35,75€.


Insomma, 67 euro netti lavorando solo nel momento opportuno. Può anche andare bene, nonostante c’era da fare la scolpacciata su Fastweb…


A cura di Nicola D’Antuonoinfo@miniday-trading.it

mercoledì 17 dicembre 2008

Come "inchiodare" il prezzo e identificare i minimi

Quando nel titolo di questo post ho scritto il verbo “inchiodare”, la mia intenzione era proprio quella di esprimere il reale significato del termine e cioè quello di “fissare”, “bloccare”. Si può, dunque, inchiodare il prezzo su una base immaginaria di un grafico identificando i minimi (bottom) di mercato con una buona precisione? La risposta è affermativa e, aggiungerei, lo è grazie all’identificazione di determinate configurazioni grafiche che ricorrono con una certa frequenza sui mercati finanziari (i cosiddetti pattern grafici).

Premetto che quando parlo di identificare i pattern allo scopo di valutare la presenza di minimi di mercato (siano essi di breve o medio-lungo periodo), mi riferisco a uno studio statistico degli eventi che nel corso del tempo ha evidenziato una elevata probabilità di successo del pattern stesso. Insomma, attraverso questa prassi analitica, si riesce a partire con un vantaggio competitivo nella scelta dei titoli (stock picking) che potrebbero avere le caratteristiche intrinseche necessarie per segnalare la presenza di un minimo.

Fatta questa premessa, bisogna ora capire qual è il pattern che può fornirci una così importante informazione. L’aiuto proviene da una dottrina molto antica, nata in Giappone nel 1700, che prende il nome di Candlestick Analysis. Si tratta di una disciplina che analizza l’andamento del prezzo sui mercati finanziari attraverso una rappresentazione grafica effettuata tramite le “candele”. Queste ultime ci forniscono l’escursione del prezzo di un certo strumento finanziario in un determinato periodo di tempo. Ora, senza entrare nel dettaglio più generale di questa tanto affascinante quanto “concreta” disciplina, cerchiamo di studiare il pattern che grazie all’analisi a candele può aiutarci a identifcare un minimo di mercato (o su un titolo azionario).

Il riferimento al verbo “inchiodare” all’inizio di questo post non era poi così tanto casuale. Infatti, il pattern che studiamo oggi è il cosiddetto hammer, che vuol dire appunto “martello”.


Come si evince dalla figura tratta dal mio ebook Trading a Capitali Ridotti, l’hammer è formato da un piccolo corpo (real body) - dove il colore non ha molta importanza (anche se è ancora più significativo in caso di chiusura positiva) – e da una lunga coda inferiore (lower shadow) che, secondo Steve Nison (guru dell’analisi candlestick), risulta preferibile quando è almeno due o tre volte superiore all’altezza del corpo. Proprio la lunga coda dell’hammer ha un significato decisamente importante nella valutazione di questo pattern. Essa identifica un movimento molto accentuato al ribasso che viene poi “cancellato” dalla presa di posizione dei compratori (Tori) che riportano il prezzo quasi sui massimi di seduta (se il time frame studiato è quello giornaliero).

Per comprendere ancora meglio l’importanza di questo pattern, voglio ora mostrare alcuni esempi pratici su un time frame giornaliero (daily) che mostrano come l’hammer abbia identificato i bottom su un titolo (meglio ancora quando i volumi dell’hammer sono molto alti).


A cura di Nicola D’Antuonoinfo@miniday-trading.it

Autore dell’ebook “Trading a Capitali Ridotti”

lunedì 15 dicembre 2008

Come sfruttare i gap in apertura

Una delle strategie preferite da market maker e day-trader è quella di lavorare i gap in apertura. Un gap non è altro che un “vuoto” esistente tra l’apertura di oggi e il massimo (gap up) o il minimo (gap down) di ieri. Insomma, rappresenta un’area del prezzo in cui non sono avvenute contrattazioni. Per capire come sfruttare un gap in apertura, bisogna innanzitutto studiare la motivazione che porta un titolo ad aprire più alto rispetto al massimo della seduta precedente (gap up) o più basso rispetto al minimo della sessione precedente (gap down).

Oggi voglio parlarvi della situazione in cui un titolo apre in gap condizionato dall’apertura dell’indice generale di mercato di riferimento. L’esempio che mostro riguarda Fondiaria-Sai (simbolo: FSA), un titolo appartenente al paniere delle large caps italiane detto S&P/Mib40. Il 26 novembre 2008 i prezzi aprono in gap down a seguito di un’apertura negativa del Future S&P/Mib40 ed effettuano un veloce movimento ribassista nei primi cinque minuti di contrattazione.
A questo punto inizio a osservare sia il grafico a 5 minuti del Future S&P/Mib40 sia quello di Fondiaria-Sai, in ossequio a uno dei principi cardine del day-trading che afferma l’importanza di “non andare mai contro la tendenza principale dell’indice di riferimento”. Quello che noto è un movimento di inversione sul Future S&P/Mib40, tra l’altro reso ancora più significativo dalla forte ascesa del Dax Future (altro riferimento per i day-trader). Fondiaria-Sai, invece, mostra una congestione davvero invitante con una netta contrazione della volatilità di breve sotto area 13,70€. Decido così di anticipare l’eventuale breakout del massimo di giornata e compro 300 azioni a una media di 13,669€.

Il netto miglioramento del Future S&P/Mib40 spinge anche Fondiaria-Sai a effettuare un veloce movimento al rialzo fino a giungere a pochi passi da area 14€. Notando la scarsa consistenza di proposte in “lettera” ero già a 13,99€ e 13,95€ poi. I prezzi raggiungono 13,92€ e poi inizia la “battaglia” tra i trader per avere il migliore eseguito. Appena noto un buon compratore a 13,87€ colpisco senza indugi il “denaro” e vengo eseguito con i miei 300 pezzi a una media di 13,863€.

L’area di uscita dal trade era stata visualizzata considerando soprattutto la prensenza della EMA20 (media mobile esponenziale a 20 sedute), che in questo caso fungeva da resistenza dinamica.

Risultato dell’operazione: 50,20 euro netti in poco più di dieci minuti.

A cura di Nicola D’Antuonoinfo@miniday-trading.it

sabato 13 dicembre 2008

Come anticipare il breakout di un ND Point

Nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti ho parlato ampiamente di una modalità molto interessante per sfruttare il breakout di un ND Point posto sul massimo di un 3 Wakeup Call. Si tratta di una strategia intraday che prende il nome di flashback (pp. 173-181 del mio ebook). Quando il flashback avviene al rialzo, si può sfruttare un esplosivo movimento bullish (cioè rialzista) dei prezzi dopo un veloce ribasso che inganna momentaneamente i trader entrati in apertura per sfruttare immediatamente la continuazione del trend rialzista della sessione precedente.

Lo scorso 10 dicembre è capitata un’ottima occasione per guadagnare tanto in pochissimo tempo proprio utilizzando questa strategia. Il titolo sul quale ho applicato il flashback è stato Danieli ord. (simbolo: DAN). La seduta precedente si era formato un 3 Wakeup Call con volumi eccezionali e ben oltre la media a 30 sedute (vedi grafico n. 1). Tra l’altro il massimo del 3 Wakeup Call (ND Point) era 6,95€, cioè appena pochi tick sotto l’importante soglia psicologica di 7€.

Grafico n. 1

Vediamo ora come mi sono comportato a livello operativo. Il giorno dopo ho aperto il grafico a 5 minuti e subito ho segnato una linea orizzontale sul grafico per evidenziare l’ND Point posto a 6,95€. I prezzi aprono in area 6,80€ e, dopo un veloce movimento rialzista fino a 6,87€, tornano sui minimi formando una candela shooting star (cioè “stella cadente”) nei primi 5 minuti (vedi grafico n. 2).

Grafico n. 2

La spinta ribassista si esaurisce molto presto e i prezzi cominciano a salire fino a effettuare il breakout del massimo di giornata e completando il flashback. Compro 400 azioni a 6,85€ e fisso lo stop loss a 6,80€.


Il titolo è comunque molto forte e, spinto da volumi molto alti, supera i 6,95€ e velocemente anche la soglia psicologica dei 7€. Sono pronto a liquidare la mia posizione. A seguito del breakout, nel book lo spread (cioè la differenza tra il “denaro” e la “lettera”) si allarga come avviene di solito sui titoli meno liquidi. Non mi faccio intimorire, ne ho viste davvero tante su questi titoli e so bene come comportarmi. Sono in “denaro” a 7€ e vengo immediatamente eseguito con i miei 400 pezzi.


Risultato dell’operazione: 52 euro netti in dieci minuti utilizzando 2740 euro. Questo è Trading a Capitali Ridotti! Anche il rapporto rischio-rendimento è stato massimizzato: a fronte di un rischio di 5 tick ne ho guadagnati 15 per un rapporto molto accettabile di 1:3.

A cura di Nicola D'Antuono - info@miniday-trading.it

giovedì 11 dicembre 2008

Una mia tipica seduta di trading...

Mercoledì 10 dicembre 2008. Una normale seduta di trading. Raggiungo il mio ufficio verso le ore 08,40 in modo tale da avere il tempo di riguardare i grafici della mia lista e segnarmi sui chart intraday “i livelli di attenzione” sui quali impostare un’eventuale operatività.

Ore 09,00: apre il Future S&P/Mib40 con un’intonazione abbastanza negativa. Non potendo operare in short (in base al divieto della Consob fino al 31 dicembre 2008) cerco di capire se esistono i presupposti per cercare operazioni veloci sui titoli che la seduta precedente avevano formato 3 Wakeup Call con forti volumi o comunque candele ad ampio range che fossero espressione di forza di un trend rialzista emergente. Mi concentro subito su Fastweb che, nonostante un’apertura in lap down (cioè un’apertura inferiore alla chiusura del giorno precedente, ndr) mostra ben presto i suoi muscoli al mercato dopo il 3 Wakeup Call del giorno prima.

Molto velocemente raggiunge i 19 euro senza però superarli. Sono molto vigile. Capisco che un’eventuale breakout della soglia psicologica dei 19 potrebbe innescare un veloce movimento di almeno 15-20 tick considerando la volatilità di brevissimo periodo del titolo. C’è la possibilità di lucrare almeno 40-50 euro in poco tempo rischiando anche abbastanza poco dato che il denaro si presenta abbastanza corposo.



All’improvviso un trader, probabilmente entrato in open e intimorito dalla forte resistenza dei 19€, vende circa 6.000 pezzi facendo crollare i prezzi fino a 18,62€. Il book si spacca. E’ un’ottima occasione per entrare a “prezzi stracciati” per un’operazione veloce in spread. Subito sono in denaro a 18,68€ scavalcando altri trader come me ingolositi dai prezzi attuali. Sono eseguito con 250 pezzi. Un attimo dopo sfrutto l’ampio spread per collocarmi in lettera a 18,79€. Eseguito anche qui. Bene. Sono 11 tick in di guadagno in pochi istanti. Tolte le commissioni, il guadagno è di 19,50€. Quantomeno è stato rotto il ghiaccio…

Intanto, noto che Italcementi mette il turbo e aggiorna continuamente nuovi massimi con fortissimi volumi. Ma tutto il settore è abbastanza forte. Solo Buzzi Unicem è ancora fermo e in congestione. Così, notando anche una buona copertura sui livelli del denaro, entro con 400 pezzi a 10,68€ sperando in un’accelerazione del titolo sulla scìa della performance di Italcementi. Il mio stop loss è a 10,65€. Rischio i soldi guadagnati con Fastweb. Intanto, però, gli indici hanno un improvviso forte calo generalizzato così vendo perfettamente in pareggio a 10,70€ (considerando che ho le commissioni a 4€ per eseguito). In questi casi meglio non rischiare e attendere un momento migliore.

Ore 11,00: Aprono i titoli illiquidi e sottili. Due sono contenuti nella mia lista. Si tratta di Danieli Risparmio e Danieli ordinarie. Entrambe avevano realizzato il giorno prima un 3 Wakeup Call con volumi spettacolari. La mia preferenza è però sulla versione ordinaria del titolo perché aveva un ND Point posto appena sotto la soglia psicologica dei 7€, dunque molto significativo. Invece, a partire è la versione risparmio che accelera ben presto con una forza disarmante lasciandomi di stucco. Non mi perdo d’animo e vado sull’ordinaria. C’è un flashback in formazione (puoi osservare i grafici nel prossimo articolo, ndr). Entro a 6,85€ con 400 pezzi e stop loss a 6,80€. C’è forza e ci sono i volumi. Il trade appena aperto promette davero bene! I prezzi superano velocemente i 7€ e all’improvviso il book – come era logico aspettarsi quando avviene un break sui titoli illiquidi – si spacca momentaneamente presentando come miglior denaro 6,905€ e come miglior lettera 7,035€. Per non rischiare più di tanto mi metto in denaro a 7€ con i miei 400 pezzi e vengo ben presto eseguito. Ho guadagnato 15 tick rispetto ai 5 di rischio. Risk/reward molto buono di 1:3. Risultato: 52 euro al netto delle fees.

A questo punto, avendo accumulato 71,50 euro in poco più di tre ore, decido di staccare. Posso riposarmi un po’. Si riprende nel pomeriggio. Ma ormai la giornata è fatta. Da domani si ricomincia daccapo…

a cura di Nicola D'Antuono

venerdì 28 novembre 2008

Guadagnare in Borsa con i 3 Wakeup Call

Una delle migliori strategie al servizio di un mini day-trader...

Salve, cari lettori. Oggi voglio fornirvi qualche indizio su una tecnica illustrata nel mio ebook Trading a Capitali Ridotti in uscita il prossimo 28 novembre. Premesso che si tratta di una strategia molto interessante in un contesto di mercato caratterizzato da un forte trend di crescita, c’è da dire che questa tecnica risulta molto profittevole anche quando ci si trova in mercati con un trend emergente, cioè quando il potenziale di crescita è ancora inespresso. Sto parlando del 3 Wakeup Call, un pattern di prezzo che permette di individuare interessanti opportunità di profitto (sia al rialzo che al ribasso) studiando candele con un’estensione molto ampia e accompagnate da volumi elevati. Nel mio ebook ho fornito anche il codice per creare questo indicatore sul software di Borsa ProRealTime.com, in modo tale da facilitare la visualizzazione del pattern ogni qualvolta compare su un titolo.

Negli ultimi giorni le Borse mondiali hanno vissuto nuovamente momenti difficili, evidenziando nuove flessioni e toccando nuovi minimi annuali. Tuttavia, anche in un contesto così ribassista, quando appare un 3 Wakeup Call dalle implicazioni rialziste, nascono i presupposti per implementare una strategia per guadagnare sul possibile rialzo del titolo. Vediamo l’esempio molto recente relativo al titolo Esprinet, appartenente al paniere AllStars di Borsa Italiana.


Il grafico su base giornaliera mostra come un forte trend al rialzo sia partito con la comparsa di un 3 Wakeup Call Up (cioè rialzista), evidenziato sia con la freccetta verde sul grafico dei prezzi sia sotto forma di istogramma (colore verde). Da notare anche l’esplosione dei volumi. Nel giro di quattro sedute i prezzi hanno effettuato un rally del 22% dal breakout dell’ND Point, cioè dal livello di intervento formatosi a seguito della formazione di questo pattern.

Ora voglio mostravi anche la possibile gestione dell’operazione, una volta constatata la comparsa del pattern. E’ mia consuetudine passare su un time frame più breve (di solito il 5 minuti, in questo caso il 15 minuti considerando una maggiore illiquidità del titolo) e inserire immediatamente il livello dell’ND Point sul grafico. Si interviene al superamento dell’ND Point.


A quel punto bisogna inserire uno stop loss iniziale. La migliore soluzione, per mantenere il rischio su livelli abbastanza bassi, è quella di proteggersi con uno stop loss sotto il minimo di giornata segnato fino al momento del breakout. Poi è necessaria una gestione dinamica della posizione ed è necessario utilizzare anche la tecnica del trailing stop per far correre il più possibile i profitti. Nel mio ebook ho dedicato una sezione apposita che tratta di questi argomenti relativi al money management e alla gestione delle uscite.

Il 3 Wakeup Call è una strategia che può offrire ottime opportunità di profitto anche in poco tempo e permette di usufruire di un buon rapporto rischio/rendimento passando dal time frame giornaliero a quello intraday (a 5 o 15 minuti). Un altro strumento da inserire nella “cassetta degli attrezzi” di un mini day-trader!


A cura di Nicola D’Antuono, autore dell’ebook Trading a Capitali Ridotti

per ulteriori info e/o delucidazioni scrivi a: info@miniday-trading.it
Clicca sul seguente link per leggere la scheda completa dell'ebook:



venerdì 21 novembre 2008

Alla scoperta del "fenomeno" del carry trade

Genesi di una pratica sempre più diffusa tra gli investitori

Qualche anno fa presi parte a un seminario sul Forex, il mercato delle valute. In quell’occasione ascoltai alcuni partecipanti, soprattutto imprenditori del milanese, mentre parlavano con entusiasmo della possibilità di indebitarsi a tassi prossimi allo zero e trasferire quello stesso denaro in alternative con ottimi rendimenti. Non nascondo che l’argomento, in quel momento, risultò per me poco chiaro (essendo ancora un neofita sui mercati) ma allo stesso tempo suscitò un’enorme curiosità che mi spinse più volte ad approfondire quelle tematiche. E ora eccomi qui a raccontarvi quello che ho imparato su questo argomento, cercando di trasmettervi nella maniera più semplice possibile gli elementi fondamentali del cosiddetto “carry trade”.

Il carry trade non è altro che una pratica speculativa, molto diffusa tra investitori e imprenditori, che permette di prendere a prestito denaro in un Paese con tassi di interesse molto bassi per poi investirlo in strumenti finanziari denominati in altre valute con rendimenti molto elevati.

Un’operazione di carry trade riguarda generalmente monete di Paesi con un tasso di cambio molto stabile mentre il successivo investimento viene diretto in strumenti free-risk come i titoli di Stato.

Funzionamento del Carry Trade tratto da www.borsaitaliana.it


La valuta più interessante per indebitarsi negli ultimi anni è stata sicuramente lo yen. In Giappone il costo del denaro è prossimo allo 0%. Gli investitori che operano in un simile contesto macroeconomico, e tenendo conto che il cross Usd/Jpy (dollaro statunitense/yen giapponese) è stato pressocché stabile tra 1/120 e 1/100 (vedi grafico mensile), hanno potuto lucrare sul disallineamento dei tassi rispetto alla media internazionale prendendo a prestito denaro in yen a costi irrisori e investendo, in valute straniere, in strumenti finanziari a basso rischio o titoli di Stato con rendimenti appetibili di economie di “prima fascia” (dollaro neozelandese, canadese e australiano, sterlina, dollaro americano) o di “frizzanti” mercati emergenti (lira turca, real brasiliano, peso argentino, rand sudafricano).



Teoricamente questa pratica è difficile da mettere in piedi. Infatti, quando un Paese (o un’area valutaria) presenta un tasso di interesse molto basso il rischio di deprezzamento della propria valuta è basso perché l’offerta di moneta dovrebbe essere anch’essa molto inferiore. In questo modo, la valuta che presenta tassi di interesse inferiori può apprezzarsi nel corso del tempo rispetto alle altre valute andando così ad annullare il differenziale dei tassi. Teoricamente dovrebbe essere così, ma nella pratica è avvenuto tutt’altro.

Infatti, bisogna tener presente che il Giappone vive una situazione economica particolare da moltissimi anni, caratterizzata da deflazione e capacità di crescita quasi esclusivamente attraverso le esportazioni. La Banca Centrale nipponica ha così mantenuto “artificiosamente” il valore dello yen il più basso possibile, per continuare a incoraggiare le esportazioni locali, aumentando la massa monetaria. Inoltre, grossi investitori istituzionali (soprattutto gli hedge funds) hanno continuamente messo sotto pressione lo yen con vendite costanti per acquistare altre valute dai rendimenti decisamente più elevati, tanto che si è anche giunti al Chicago Mercantile Exchange (CME) al record di net position in yen future di un trilione di dollari. Ma anche molti investitori giapponesi hanno cercato di approfittare del differenziale dei tassi investendo in modo massiccio soprattutto in dollari neozelandesi.

Il carry trade è un fenomeno tenuto sotto stretta sorveglianza sui mercati finanziari perché può avere importanti ripercussioni soprattutto nel breve termine. Infatti, nel momento in cui si verifica un’avversione generalizzata al rischio si assiste a grossi scossoni su tutte le asset class in cui si sono riversati i capitali presi a prestito in yen (mercati azionari, valute emergenti, ecc.), con pericoli di forti correzioni ma anche di violente escursioni dello yen giapponese. Una situazione del genere è avvenuta, ad esempio, nell’ottobre del 1998 quando una decisa quanto improvvisa avversione al rischio degli investitori causò un’impennata dello yen del 15% in soli 4 giorni nei confronti del dollaro americano. Un rialzo che, insieme al default della Russia, costò caro al Long Term Capital Management, il gigantesco hedge fund che perse 4.600 milioni di dollari in pochi giorni e che obbligò la Federal Reserve a mettere in piedi un piano di salvataggio per evitare un crack finanziario mondiale.

Più recentemente, invece, quando è saltata fuori la tempesta dei mutui subprime nell’estate 2007, con conseguente condizione generalizzata di avversione per strumenti rischiosi, in meno di un mese lo yen ha avuto un balzo del 30% nei confronti del dollaro neozelandese, del 10% contro dollaro americano (in un periodo, però, più lungo, 2 mesi), del 15% contro sterlina inglese, del 13% contro euro e del 25% contro dollaro australiano. Insomma, quanto basta per mettere in ginocchio parecchi “appassionati” di questa pratica speculativa.

Ancora, quando a settembre 2008 le Borse mondiali sono tornate a crollare quotidianamente a ritmi che non si vedevano dalla crisi del 1929, lo yen ha messo in atto escursioni da capogiro nei confronti soprattutto delle valute high yield come il dollaro australiano e quello neozelandese.


Il carry trade è un fenomeno che difficilmente si estinguerà nel lungo termine. Oggi la valuta di interesse è lo yen, ma domani potrebbe diventare il franco svizzero (già interessante per il suo saggio di interesse intorno all’1%) o addirittura l’euro. Chissà. L’unica preoccupazione rimarrà sempre la misura e la percezione del rischio che, come al solito, difficilmente sarà presa in considerazione dagli investitori.

A cura di Nicola D'Antuono

venerdì 7 novembre 2008

Guadagnare in Borsa con le compressioni di volatilità

Questo articolo è stato pubblicato anche sul blog della Bruno Editore, giacomobruno.it (7 novembre 2008, ore 14,26)

Una delle migliori strategie per fare trading a basso rischio è certamente quella di ricercare le compressioni di volatilità sulle azioni. Infatti, la volatilità può essere paragonata a un elastico: se viene allungato troppo alla fine schizza. Questo effetto-elastico è molto ricorrente in Borsa sui titoli che, a seguito di un’eccessiva contrazione della volatilità, effettuano poderose escursioni di prezzo offrendo contestualmente ottime opportunità di guadagno.

Nel mio e-book Trading a Capitali Ridotti, in uscita il prossimo 28 novembre, ho dedicato molto spazio a questa metodologia spiegando nei minimi particolari il modo in cui è possibile scovare queste condizioni favorevoli (con il relativo codice dell’indicatore sul software di analisi tecnica ProRealTime.com), ma soprattutto come sfruttarle per ottenere guadagni interessanti senza rischiare molto.

Ad esempio, stamattina (4 novembre 2008, mentre scrivo…) ho avuto la possibilità di lavorare un titolo appartenente all’indice S&P/Mib40, Seat Pagine Gialle, che mostrava una netta contrazione della volatilità. Inoltre, da qualche seduta, i prezzi si trovavano ingabbiati in un box molto stretto al di sotto di una soglia psicologica importante (0,07€). Analizzando la volatilità media del titolo a 50 giorni (superiore all’80%, che ti assicuro è davvero molto elevata) e quella di brevissimo periodo, era molto probabile che i prezzi avrebbero effettuato un violento movimento direzionale proprio in virtù della summenzionata caratteristica della volatilità.


Il grafico giornaliero (daily) in alto è molto significativo e mostra come i prezzi si trovavano all’interno di una congestione di breve periodo molto stretta (vedi linee tratteggiate). Ora è così possibile aprire il grafico a 5 minuti e intervenire sul breakout dell’ND Point (0,07€), come preventivato a seguito dell’analisi effettuata sul grafico giornaliero. Nel mio e-book sono spiegati minuziosamente tutti i passaggi da compiere, dall’analisi del titolo a mercati chiusi fino all’operatività pratica. Vediamo come è andata…

Non appena è avvenuto il breakout dell’ND Point (evidenziato dalla linea orizzontale sul grafico a 5 minuti), i prezzi sono letteralmente partiti a razzo realizzando ben 20 tick in pochi istanti. Se l’intenzione è quella di lavorare in un’ottica giornaliera, il cosiddetto day-trading “puro” (come ho fatto io in questo caso), era possibile prendere profitto a seguito di questo fortissimo movimento iniziale verso l’alto lucrando la differenza positiva tra il punto di ingresso e quello di uscita. Ecco i miei eseguiti.

Mi sono bastati soltanto 3 minuti per portare a casa 76 euro al lordo delle commissioni. Una volta sottratte le fees, il guadagno netto diventa 68 euro. Mica male in 3 minuti! Senza contare il rapporto rischio-rendimento molto favorevole 2:19, considerando lo stop loss sul minimo di seduta al momento del breakout (0,0698€). Praticamente ho rischiato 2 tick per guadagnarne 19!

Infine, una nota sul capitale utilizzato. La cifra è stata bassissima (2.800 euro), tra l’altro senza nemmeno ricorrere alla leva finanziaria. Infatti, il recente divieto sullo short selling (vendite allo scoperto) ha portato anche al blocco - in alcune piattaforme di trading - della leva finanziaria fino al prossimo 31 dicembre a causa delle eccessive turbolenze attuali dei mercati finanziari. Dunque, se potevo utilizzare la leva 10 offerta dal mio broker, il mio esborso in questa operazione era di soli 280 euro con un ritorno sull’investimento del 25% in 3 minuti. Questo è Trading a Capitali Ridotti!!!

A cura di Nicola D’Antuono

Autore di Trading a Capitali Ridotti

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domenica 26 ottobre 2008

Come investire nella crisi finanziaria in corso

Puoi leggere questo articolo anche sul blog della casa editrice romana Bruno Editore giacomobruno.it (data e ora di pubblicazione: 9 ottobre 2008, ore 15.00)

Innanzitutto mi presento: Sono Nicola D’Antuono, 26 anni, salernitano. Inizio subito con un ringraziamento sincero rivolto al meraviglioso team della Bruno Editore, l’ing. Giacomo Bruno (che spero vivamente di conoscere di persona, in quanto mi ha ispirato tantissimo nel percorso di crescita personale e professionale), Viviana Grunert e la dott.ssa Valentina Lauro, che mi è stata vicinissima negli ultimi mesi per la realizzazione del mio ebook “Trading a capitali ridotti” in uscita il prossimo 28 novembre.

Sono felicissimo di essere entrato a far parte di questa grande “famiglia”, ben conscio della mia responsabilità nel divulgare informazioni di qualità all’utente in linea con la filosofia della casa editrice. Insomma, spero vivamente che questo connubio possa aumentare il valore della formazione distribuita da questa straordinaria azienda. Ancora un grazie di cuore a tutti!

Nonostante sia relativamente giovane, sono presente sui mercati finanziari ormai da circa cinque anni. Mi sono specializzato nel trading di breve periodo sulle azioni italiane. Ho avuto la fortuna di imparare i trucchi del mestiere da colui che, secondo me, è il miglior trader italiano in circolazione, cioè Remo Mariani.

E oggi sono qui a parlarvi delle mie esperienze “sul campo” costellate da successi e fallimenti, ansie e paure, frustrazioni e gioie, fino a giungere a quello stato di equilibrio che definisco di “consapevolezza conscia”. Essere consapevoli di poter analizzare gli eventi in modo completamente dissociato dall’esperienza che si sta vivendo, permette di prendere decisioni senza farsi sopraffare dall’emotività. Questo è un punto importante, perché rappresenta il vero fattore di successo nel settore del trading online!

Per raggiungere questo stato di equilibrio psicologico c’è pur sempre un prezzo da pagare… Dipende solo da te. Se hai voglia di metterti in gioco, fare sacrifici, studiare in modo continuo, imparare dai possibili errori di inesperienza senza aver paura di fallire, allora vuol dire che hai deciso di proseguire questo viaggio.

Come dico sempre ai miei allievi che frequentano le sedute individuali di coaching, “c’è sempre un prezzo da pagare all’inizio, che può essere più o meno alto in base a quanto ci si espone. Ma la ricompensa domani può essere infinita e soprattutto può permetterti di raggiungere l’indipendenza finanziaria, che è la vera ricchezza del XXI secolo!”. Quindi, pazienza e persistenza prima di tutto.

Entrare in uno stato di “consapevolezza conscia” presuppone anche porsi di fronte alla grave crisi finanziaria attuale in una condizione di totale tranquillità.

L’ingegneria finanziaria oggi mette a disposizione dei piccoli trader privati alcuni strumenti (come la leva finanziaria e lo short selling) che permettono di sfruttare a proprio vantaggio questa situazione di crisi generalizzata sui mercati.

Chiaramente è necessario un accurato controllo dei rischi, oltre a un’approfondita conoscenza degli strumenti e del mercato in cui si opera. Per il resto bisogna solo applicare la propria metodologia di trading, una volta verificata la sua affidabilità statistica.

Oggi (3 ottobre, mentre scrivo…), ad esempio, la mia giornata sui mercati è durata appena 15 minuti… Dopo aver creato ieri sera la lista con i titoli da lavorare per la seduta odierna e appuntato i livelli sui quali intervenire al rialzo o al ribasso, stamane si è verificata l’opportunità di entrare short (cioè al ribasso) su Prysmian con la tecnica del breakout di un ND Point (in realtà, ho anche anticipato la rottura del livello-chiave), che troverai spiegata nei minimi dettagli nel mio ebook.

Tra l’altro l’operazione veniva realizzata con un capitale di appena 500 euro (utilizzando la leva finanziaria). Il mio ebook spiega proprio come è possibile operare pur disponendo di piccole somme di denaro.

Risultato finale dell’operazione: 76 euro al netto delle commissioni. In 15 minuti possono bastare? In realtà, per oggi avevo un obiettivo compreso tra i 60 e i 70 euro netti per cui sono andato anche oltre il target.




Ecco, dunque, come è possibile avvantaggiarsi da questa crisi finanziaria. Il segreto risiede nella conoscenza. Non smetterò mai di ripeterlo: “studiare, studiare, studiare”. Un giorno avrò magari perso tutto, ma potrò pur sempre ripartire da zero perché possiedo un bene intangibile dal valore inestimabile: la formazione! E in questo la Bruno Editore non sembra proprio essere seconda a nessuno. Felice di essere qui…

“Pensi che con un capitale iniziale non elevato sia impossibile investire nel trading? Vorresti imparare a investire in borsa ma non hai le risorse adeguate? Scopri come ottenere guadagni duraturi con il trading a capitali ridotti!”


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lunedì 15 settembre 2008

Scalping intraday: ecco una nuova strategia a basso rischio per guadagnare con le azioni italiane

Come sfruttare le discese del Future S&P/Mib40 lavorando in scalping sui titoli


Insieme ai miei ottimi collaboratori e ai miei clienti condivido spesso idee e strategie da applicare poi con profitto sul mercato azionario italiano. Si tratta di metodologie di trading a basso rischio utili per assicurarsi quantomeno il cosiddetto “tozzo di pane” quotidiano in Borsa.

Una strategia di scalping molto interessante, che utilizzo quasi ogni giorno sul mercato azionario italiano, è quella di sfruttare le improvvise discese del Future S&P/Mib40 per andare short sui titoli più deboli del listino.

Ad esempio, lo scorso 10 settembre 2008 il Future nei primi 5 minuti di contrattazione iniziava a scendere con decisione formando un candelone ribassista. Cinque minuti dopo, con l’apertura delle contrattazioni alla Borsa di Milano, verificavo le aperture dei titoli della mia lista per scorgere subito qualche opportunità di trading post-apertura. Ebbene, osservavo che il Future continuava a scendere con decisione spingendosi con volumi molto alti fino a un’area di supporto psicologica costituita dai 28000 punti. Non c’era tempo da perdere, bisognava trovare il titolo da shortare compatibilmente con un book accettabile da poter intervenire a basso rischio.


Questo è un punto importante. Infatti, in questi casi i market maker iniziano ad allargare lo spread nel book (anche sui titoli liquidi) in modo tale da poter fare da controparte in denaro a prezzi sempre più bassi. In questo modo riescono a far fronte ad eventuali ondate di vendite senza dover necessariamente incorrere nel pericolo di forti perdite in conto capitale. Questo è il movimento del Future nei primi minuti della seduta.

Un titolo che avevo davanti a me era Impregilo che, dopo aver ricoperto il gap down in apertura, offriva un’occasione short a basso rischio davvero interessante. Il titolo aveva formato un massimo a 3,55€ mentre io riuscivo a colpire sul denaro 1700 pezzi a 3,53€ (dopo aver tentato inutilmente di beccare addirittura i 3,54€). La discesa è stata immediata e anche abbastanza celere fin sotto i 3,50€.


In questi momenti bisogna essere molto veloci a ricoprirsi. Infatti, diversi day-trader che hanno come me shortato il titolo in apertura, vedendo il Future molto negativo, iniziano ad aver voglia di ottenere un profitto e causano un veloce innalzamento del denaro nel book. La mia uscita è discreta a 3,4950€ che mi assicura comunque 51,50€ al netto delle commissioni in pochi istanti.

sabato 26 luglio 2008

Identikit dello speculatore di Borsa

Ho scritto questo articolo tre anni fa e apparse per la prima volta sulle pagine del quotidiano finanziario online Top Trader Magazine, di cui sono tutt'ora redattore. In seguito è stato inserito nel libro Top Trader Magazine, Digest 2005-2006, pp. 95-97, Vol.1, 2006, Experta SpA., di cui sono co-autore.


In tanti ignorano il vero senso della speculazione finanziaria. Chi non vive questa attività in prima persona non può capirla. Lo speculatore di Borsa, comunemente chiamato trader, viene visto come un gambler, un giocatore d’azzardo, energico all’ennesima potenza, incollato al monitor per tutta la giornata e carico di adrenalina. Credetemi non è così.

Tuttavia, per chi vuole andare oltre gli stereotipi creati dalla gente comune e superare gli errori inconsci di valutazione, ho pensato fosse possibile slegarsi per un atimo dall’avversione miope alla verità e invitarvi a leggere le seguenti righe.

Nell’immaginario collettivo la parola speculazione assume dei connotati negativi. Lo speculatore è visto come colui che approfitta di una certa situazione per lucrare un vantaggio a discapito di una o più persone. Mi è capitato di parlare di speculazione sui mercati finanziari con amici e parenti ma sono stato sempre respinto con freddezza. “Io in questi affari non ci voglio entrare”, è stata la risposta di molti.

La gente immagina la speculazione come un gioco sporco, qualcosa di poco chiaro e onesto. Chi guadagna tanto in poco tempo viene visto come un profittatore che, attraverso una serie di “giochetti” e tranelli, ha lucrato provocando un danno ad altre persone.

Ma, in realtà, qual è il vero significato del termine speculazione? Il verbo “speculare” deriva dal latino speculatione(m), deriv. di speculari, e vuol dire “ricercare”, “indagare”. Lo speculatore è colui che va alla ricerca di affari (Renato Paludetto, Investire senza morire, www.psiconline.it). Il bravo speculatore è colui che ha un’elevata capacità di riflessione: le sue decisioni vengono adottate in base a un’accurata analisi delle informazioni che ha a disposizione sul fenomeno considerato. Lo speculatore di borsa acquista e vende strumenti finanziari a proprio rischio e pericolo: se sarà nella direzione giusta lucrerà un profitto; di converso, se si troverà nella parte sbagliata subirà una perdita. Insomma, c’è sempre il rovescio della medaglia, non è tutto così semplice!

La speculazione di borsa è un’arte, qualcosa non facilmente replicabile da tutti. E’ per questo motivo che in tanti falliscono quando operano sui mercati finanziari. Il vero speculatore non considera il trading come un hobby, ma come un lavoro, una vera e propria attività imprenditoriale. Gli sprovveduti alla ricerca del colpo di fortuna corrono il serio rischio di essere spazzati via da Mr. Market senza troppi indugi. Sono individui che entrano con tanta speranza ed escono con tanti dolori (come dice P.T. Barnum, “ogni minuto nasce uno sciocco”). Sono coloro che troveranno una buona scusa per dimostrare di essere incappati soltanto in operazioni sfortunate ma “la sfrotuna sottomette e logora le menti limitate, mentre quelle di ampie vedute non ne sono influenzate” (Washington Irwin). Essi non possiedono le caratteristiche necessarie per restare sul mercato a lungo tempo, virtù che gode invece il bravo speculatore di borsa.

Ma chi è il vero speculatore di borsa? Quali sono i tratti essenziali che lo differenziano dalla massa dei trader perdenti? Lo speculatore di borsa conosce il momento giusto per entrare sul mercato (timing) e quello per uscire indenni quando le cose vanno per il verso sbagliato. Si organizza nel migliore dei modi per gestire le sue operazioni e non si lascia trasportare dalle emozioni. Riesce a comprendere l’inevitabile paura di perdere, non si lascia dominare e non la nega. Sa che la paura è solo nella mente e opera in assenza totale di pensieri. Ha carattere e non si lascia intimorire per una singola perdita.

Lo speculatore di borsa è un vero e proprio artista. Ogni azione è spontanea e ci si dimentica di dover ottenere per forza un risultato positivo. Come diceva il samurai Myamoto Masashi, nell’ormai famosissimo libro The book of five rings, “bisogna imparare il ‘mestiere’ per poi dimenticarlo. Il pianista dovrà certamente imparare a leggere le note, a eseguire le scale e gli spartiti. Sarà però un vero artista solo quando suonando si dimenticherà di tutto e sarà trasportato dalla musica” (G. Migliorino, L’are di vincere in borsa, 1999, Borsari).

La speculazione finanziaria porta a combinare sistemi e regole con il proprio spirito. E’ un continuo studio di se stessi e dei mercati…



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